Basta con le diocesi piccole, ancorché ricche di storia e di blasone, la strada è quella dell’accorpamento e di una loro riduzione complessiva. Dopo Nuoro e Ogliastra, diocesi unite così come quelle di Ales-Terralba con Oristano, tutto lascia prevedere che la geografia ecclesiale della Sardegna vada verso un altro accorpamento, questa volta al nord, dove potrebbe nascere un’altra maxi diocesi.
Lo scenario dato come il più probabile (anche dal clero locale) vede la diocesi di Ozieri confluire in quella di Tempio sotto la guida del suo attuale vescovo Corrado Melis, che succederebbe a Sebastiano Sanguinetti, dimissionario, (di cui ha già preso il ruolo all’interno della CES come nuovo segretario), e che porterebbe in dote le 30 parrocchie della sua piccola chiesa locale. Restano aperte anche altre soluzioni, che vedrebbero Ozieri accorpata proprio a Sassari o ad Alghero-Bosa come non si esclude che – come già avvenuto in passato con Ignazio Sanna (a Oristano) e Arrigo Miglio (a Cagliari) – il Papa possa concedere gli stessi due anni di prorogatio a monsignor Sanguinetti e che tutto questo processo sia rinviato al 2022.
Scriveva lo storico (laico) della Chiesa Granfranco Murtas in tempi non sospetti, prima cioè dell’avvio del processo che ha portato alla unificazione/accorpamente di Lanusei con Nuoro e di Ales-Terralba con Oristano: «Sicché potrebbe non essere motivo di afflizione speciale o di sconcerto doloroso la decisione di papa Francesco di promuovere la semplificazione della ipertrofica rete diocesana italiana e, nel contesto, ridurre il numero delle presenze autonome anche in Sardegna: candidate, secondo la logica delle “foglie cadenti” (nel caso le dimissioni per raggiunta età degli ordinari Sanna ad Oristano e Marcia a Nuoro), Ales in conversione oristanese come già Lanusei in conversione nuorese.
Se per il bene… lo si vedrà.
A breve uno stesso passo si compirà fra Tempio-Ampurias (diocesi anch’essa risultato di storica riunione fra Castelsardo e Civita, cioè Olbia, con scelta di sede tempiese) ed Ozieri: dimissionario il vescovo Sanguinetti, sarà il vescovo di Ozieri (alerese di formazione e prima sua esperienza presbiterale) Corrado Melis ad essere incaricato della successione con interinato di amministrazione apostolica della minore circoscrizione di provenienza, per divenire successivamente presule ordinario di entrambe le diocesi unite “in persona episcopi”.
E poi sarà, a Tempio-Ozieri, come anche a Nuoro-Lanusei e Oristano-Ales, una unificazione completa: una sola cattedrale (l’altra assumendo il titolo di concattedrale), una sola curia, una sola struttura organizzativa di uffici, commissioni e consigli».
Al posto delle storiche dieci diocesi, di fatto, si creerebbero quindi cinque poli ecclesiali: insieme alle chiese metropolite di Cagliari (che comprende anche la diocesi di Iglesias), Oristano (con l’annessione di Ales-Terralba) e Sassari (nella cui sfera ricade anche Alghero-Bosa), si rafforzano le chiese locali di Nuoro (con l’annessione dell’Ogliastra) e la diocesi di Tempio-Olbia (con l’eventuale accorpamento di Ozieri). Resta aperto, e ancora di problematica soluzione, il tema di un quadro complessivo – al di là dell’aggiornata geografia ecclesiale –formato da realtà assemblate fra di loro in modo poco omogeneo sia da un punto di vista territoriale ma anche, talvolta, storico e culturale.Un altro capitolo tutto ancora da scrivere.
Ancora Murtas: «… le comunità del medio Campidano – quelle del Villacidrese-Guspinese o magari di… Acquapiana (direbbe Dessì), di San Gavino Monreale – potrebbero dirsi più attratte, per storia o sante convenienze attuali, da Cagliari e/o da Iglesias invece che da Oristano. Come quelle del Sarrabus o del Sarcidano incluse nella circoscrizione ogliastrina a rimando oggi nuorese – si pensi a Villaputzu –, potrebbero opzionarsi per Cagliari invece che per Nuoro. Così come quelle goceanine, propense, perché gravitanti, più per Nuoro più che per Tempio. Questioni, si dirà, non prioritarie, da affrontare ed eventualmente risolvere in tempi medi, nel quadro di un più organico ed armonico riassetto delle circoscrizioni per il lungo periodo. Materia delicatissima, è evidente, da non lasciare alle forbici o alla colla di qualche geometra di curia, ma da approfondire insieme dalle comunità interessate e dai responsabili ecclesiastici, sempre con spirito di comunione».
Un capitolo ancora tutto da scrivere.