IL Consiglio Nazionale dell’USMI (Unione delle Superiori Maggiori d’Italia) si è incontrato nei giorni scorsi ad Alghero, nel “Centro Pastorale P.G. Frassati” di Montagnese.
Promotrice dell’incontro la presidente dell’USMI Sardegna Madre MARIA AURORA CAMBILARGIU delle Pie Sorelle Educatrici di San Giovanni Evangelista:
«Per tradizione – racconta da Sassari Madre Aurora – gli incontri del consiglio nazionale USMI si alternano tra Roma e una sede itinerante, questa volta siamo riuscite ad incontrarci in Sardegna, nell’ultimo anno del nostro mandato quinquennale».
Le 38 suore che rappresentavano tutte le regioni d’Italia, uniche assenti Lazio e Marche, nella tre giorni sarda hanno trattato diversi temi riguardanti la vita religiosa femminile, ma anche l’attualità: «La nostra Presidente nazionale – spiega ancora Madre Aurora – ci ha anche esortato a non avere scrupoli per l’eventuale accoglienza temporanea di profughi o immigrati, addirittura aprendo di proposito altre case».
Gli altri argomenti discussi riguardavano l’organizzazione dell’Usmi, prevedendo lo snellimento delle strutture regionali e diocesane che non dovranno essere la matrice del nazionale, la progressiva diminuzione del cartaceo per il digitale, la creazione dei siti regionali.
In Sardegna le suore sono 1.393, con un calo dal 2010 di circa il 10% quando erano 1.517, gli istituti religiosi sono 58, di cui 14 superiori generali e 2 provinciali (Figlie della Carità e Mercedarie).
Nell’anno che Papa Francesco ha voluto dedicare alla vita consacrata, con il secolarismo che avanza, le suore italiane vogliono valorizzare proprio il valore della vita consacrata apprezzato per il servizio alla comunità in tanti ambiti.
«L’anno della vita consacrata è stato accolto con gioia dai vescovi sardi – continua Madre Aurora – che hanno solennizzato in specifiche celebrazioni, alcuni periodici diocesani come Libertà di Sassari ha voluto presentare settimanalmente il carisma di ogni istituto presente in diocesi».
Ma è per una maggiore presenza delle suore e della donna nella Chiesa che la presidente dell’USMI regionale predica energicamente: «Due anni fa l’ho detto anche al Papa a Cagliari, la sua parola riuscirà a rodere anche il marmo, ma dobbiamo cambiare mentalità: per esempio, esiste il lettorato ma sono soli i maschi a salire nell’ambone! C’è ancora tanto da fare a livello mondiale, seppure si inizia a intravedere qualche segno di cambiamento: nel distretto della congregazione degli Istituti di vita consacrata una sottosegretaria è donna, in alcune diocesi il vescovo ha voluto una suora nella propria segreteria».
Alessandro Porcheddu