SUOR TAMBELLI E IL NUOVO ARCIVESCOVO

1964, cinquantacinque anni fa.
A Cagliari, il 23 febbraio, moriva suor Teresa Tambelli, già santa per le sue consorelle e per i marianelli della Marina, periferia esistenziale nel cuore di Cagliari a due passi dalla opulenta e lussuosa via Roma.
A Catania, il 21 marzo, nasceva Giuseppe Baturi, arcivescovo eletto di Cagliari: annuncio arrivato in coincidenza con la chiusura dell’inchiesta diocesana chiamata ad acclarare la “fama di santità“ della religiosa Figlia della Carità, continuatrice dell’opera della già beatificata suor Giuseppina Nicoli, angelo de is piccioccus de crobi.

Il tutto in una domenica consacrata ed elevata da Papa Francesco a Giornata Mondiale dei poveri, quella perla preziosa e quel tesoro nascosto opzione fondamentale della Famiglia vincenziana radunata sotto le magnificenti volte della Cattedrale di Santa Maria per accompagnare i faldoni dell’inchiesta diocesana verso Roma, dove saranno vagliati dalla Congregazione per  le Cause dei Santi.

Il nuovo pastore della Chiesa cagliaritana, dunque, per quei misteriosi intrecci dei fili della Provvidenza, viene nominato – e sappiamo che nelle trame divine non esistono coincidenze – nel giorno di Suor Tambelli e dei poveri.
Un pastore con l’odore delle pecore – come Bergoglio ama definire i preti e i sacerdoti, ma la Chiesa tutta.
Un pastore giovane, 55 anni, in grado di indicare una rotta di medio e lungo periodo a una Chiesa diocesana oggi bisognosa di unità nel suo clero, di slancio profetico nel suo laicato, di vigore e autorevolezza della sua parola e presenza nel territorio, soprattutto fra chi soffre e lotta in difesa della propria dignità di lavoratore.

Paolo Matta

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