Il sì di Maria all’Angelo è il nostro sì all’incontro con Dio

IV domenica di Avvento – (20 dicembre 2020)

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Letture: 2 Sam 7, 1-5; Rm 16, 25-27; Lc 1, 26-38.

La storia della salvezza non è una storia di precetti o di concetti, ma è l’incontro tra persone che hanno un nome, un viso: Davide e Natan nella prima lettura, Gabriele, Maria e Giuseppe, Elisabetta, nel vangelo che abbiamo appena ascoltato. E tutta la Scrittura esprime questi incontri tra persone con espressioni molto concrete. Non c’è niente di straordinario o di meraviglioso!

La nascita di Gesù.

Il più grande miracolo è l’annuncio della nascita di un bambino, la nascita di Gesù. Siamo molto lontani, lontanissimi dalle mitologie o dai racconti meravigliosi della letteratura pagana. Dio non ha bisogno di cose eccezionali per manifestarsi. Ci viene incontro nell’esperienza molto umana, molto semplice e autentica di Davide, di Maria e Giuseppe, dell’apostolo Paolo.

Semplicità e mistero.

Questa grande semplicità della rivelazione la ritroveremo, fra qualche giorno, per la solennità di Natale. Quale contrasto tra la semplicità dell’evento che celebriamo, e la profondità del mistero celebrato: questa “rivelazione del mistero avvolto nel silenzio per secoli eterni”, come diceva Paolo nella seconda lettura! La nostra fede è fondata su questo paradosso: Dio, il Creatore del mondo, si rivela nella piccolezza, nell’umiltà e la sobrietà.

La verità non ha bisogno di nient’altro per risplendere nel mondo.
Il “si” di una donna, dato due mille anni fa, in un paesino sconosciuto di un paese senza importanza, tra un popolo senza potere politico, ha cambiato la faccia del mondo e il corso della storia. E questo rimane per sempre il più grande miracolo che è mai successo nella storia dell’umanità!

Un Dio umile, che si inginocchia davanti a tutti noi.

E questo miracolo è l’umiltà di un Dio così grande che ha creato i cieli e la terra, e ha accettato di chiedere, ha aspettato la risposta di Maria, ha accolto con gratitudine la sua disponibilità. La grandezza del nostro Dio è proprio di non imporre la salvezza, ma di proporre a Maria, e anche a ognuno di noi, il suo amore senza limiti.

E oggi ancora, Dio aspetta il “si” di ognuno di noi. Egli si inginocchia davanti a ogni uomo, ogni donna, in questo mondo, per proporre la libertà e la pace nel suo Figlio. Anch’io posso rispondere come Maria e entrare nella storia universale delle salvezza, o posso rifiutare, come tanti che hanno ascoltato Gesù e poi hanno scelto di non seguirlo.

Accogliamo Dio nel nostro cuore.

L’annunciazione continua ancora nei nostri tempi! A ogni uomo, il nostro Dio propone di entrare in comunione con lui. A ogni persona di questo mondo, il Signore offre la sua salvezza, il suo amore senza limiti, la sua pazienza e la sua bontà. Cosa faremo? Faremo come Giuseppe e Maria, come i pastori e i magi, o faremo come il re Erode, gli scribi e i soldati? Siamo pronti a accogliere il Principe della pace, il Signore della gioia, il Re della misericordia nella nostra casa? Nel nostro cuore?

Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena (Pisa)
(www.valserena.it)

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