Quaranta anni fa veniva assassinato a San Salvador l’Arcivescovo Oscar Arnulfo Romero, da sempre considerato voce di una Chiesa che affianca il suo popolo.
In quel 24 marzo 1980 intorno alle 18:15 il Monsenor di uno dei più piccolo Paesi d’America celebrava la Messa nella cappella dell’ospedale della Divina Provvidenza quando un sicario assoldato dal regime al potere gli sparò in pieno petto. Le sue ultime parole pronunciate nell’omelia appena terminata furono: <Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini ci sostengano per dare anche a noi il nostro corpo e il nostro sangue alla sofferenza e al dolore, come Cristo, non per sé ma per offrire semi di giustizia e di pace al nostro popolo>.
Trascorreranno poi ben trentotto anni perché l’Arcivescovo di San Salvador, martire del regime militare di cui denunciò le violenze, venga canonizzato da Papa Francesco. Dal 14 ottobre 2018 la Chiesa venera Sant’ Oscar Arnulfo Romero y Galdámez la cui memoria liturgica cade il 24 marzo.
Dal 1992 la Chiesa Italiana celebra in quella data la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri proprio per fare memoria dell’assassinio di Mons. Romero.
Ma tutta la storia della Chiesa a partire da Cristo è contrassegnata dalla croce e dal sangue.
Nella lettera apostolica “Tertio Millennio Adveniente”, Giovanni Paolo II, invitava la Chiesa a portare con sé tutta l’umanità a Dio, all’inizio del III millennio, richiamando prepotentemente la natura di “martire”.
Il novecento per la Chiesa è stato contrassegnato dal ritorno dei martiri. Centinaia di vescovi, sacerdoti, religiose, catechisti, semplici laici che in ogni angolo del mondo hanno sacrificato la propria vita per annunciare il Vangelo.
Da qualche anno la notizia sulla morte martiriale di un missionario appare quasi ogni mese, il martirologio degli ultimi 40 anni conta oltre 1200 vittime.
Come di consueto dal 1980 alla fine dell’anno l’Agenzia Fides pubblica l’elenco degli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento nel corso degli ultimi dodici mesi. Nell’anno 2019 sono stati uccisi nel mondo 18 operatori pastorali, di cui 18 sacerdoti, un diacono permanente e 6 laici.
Alessandro Porcheddu