Con il consueto pellegrinaggio a Cagliari di centinaia di fedeli accorsi da tutta la Sardegna, celebrata l’8 giugno, dies natalis di 59 anni fa, la festa liturgica di Fra Nicola da Gesturi. La speranza di tutta la famiglia Cappuccina (ma non solo) è che possa trattarsi dell’ultima dedicata al Beato e che presto arrivi da Roma il decreto che ne sancisce la santità universale.
Sono trascorsi due anni esatti dalla chiusura – nella chiesa cattedrale di Cagliari – del processo cognizionale super miro, raccolta di testimonianze e documentazione sul presunto secondo miracolo attribuito alla intercessione di Frate Silenzio.
Il primo ha il nome di Valeria, un piccolo batuffolo di carne, nato dopo 23 settimane di gravidanza da una mamma che disperava di poter portare a termine una gravidanza. Quell’esserino venuto alla luce il 21 gennaio 1986, una piuma di 500 grammi di peso, lungo 30 centimetri, non aveva alcuna speranza di vita: “Aborto inevitabile alla fine del quinto mese”, era stata la laconica sentenza dei medici. Che non avevano dato peso a un’immaginetta di Fra Nicola attaccata con un cerotto sul vetro dell’incubatrice: che, giorno dopo giorno, vincere la sua epica battaglia contro tutto e contro tutti.
Valeria, ormai tredicenne, riceverà la Comunione dalle mani di Papa, oggi san Giovanni Paolo II a Roma, il giorno della beatificazione di Fra Nicola, quel 3 ottobre del 1999 in una piazza San Pietro tutta sarda.
Il secondo miracolo, quello indispensabile per la canonizzazione, sarebbe avvenuto poco dopo quella solenne cerimonia romana. Protagonista un’ex infermiera, caposala all’ospedale San Giovanni di Dio, lo storico “civile” del Cima. Tutti i particolari di questa prodigiosa intercessione di Fra Nicola sono chiusi e sigillati nei faldoni che il vice postulatore della causa, padre Ignazio Melis, ha consegnato alla Congregazione per le cause dei santi. Perché la guarigione possa essere definita miracolosa deve essere “completa, inspiegabile, immediata e duratura” .
Decisivo, per il prosieguo della causa, sarà il pronunciamento della Commissione medica. Composta da sette esperti (cinque specialisti e due periti d’ufficio), come nel caso della piccola Valeria Atzori, è chiamata a emettere un verdetto tecnico-scientifico dopo aver vagliato tutta la documentazione (diagnosi, prognosi, terapie) fornita dai colleghi cagliaritani. Se ci dovesse essere un pronunciamento unanime (come auspicato dalla famiglia francescana e da tutta la chiesa di Sardegna) a quel punto la strada verso la santità del cappuccino questuante sarebbe tutta in discesa: la parola passerebbe infatti alla Congregazione dei vescovi e cardinali chiamati a chiudere il processo del beato Fra Nicola e a proporne la canonizzazione al Papa.