Veglia Pasquale e Domenica di Pasqua (3-4 aprile 2021)
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7 letture; Rom 6, 3-11; Mc 16, 1-7
“Chi ci farà rotolare via la pietra dell’ingresso del sepolcro?”
Questa domanda delle pie donne venute di buon mattino, al sorgere del sole, per ungere il corpo del Signore, ci ricorda che ci sono diversi livelli di interpretazione dell’evento della Risurrezione di Gesù. Certo, la lunga litania dei testi biblici, che abbiamo appena ascoltati, ci ricordava il significato teologico, radicato nell’attesa secolare del popolo di Israele. Questa dimensione è molto importante. La morte e la passione di Gesù non si possono capire senza questo retroscena scritturale. Però, per queste povere donne, per le persone che seguivano Gesù, il contesto era molto diverso.
Difatti, Gesù aveva acceso un’attesa grandissima in quelli che lo avevano ascoltato. Non pensavano solo al compimento delle Scritture o alle Profezie, ma soprattutto al cambiamento che Gesù portava nella loro esistenza quotidiana, senza prospettiva, senza speranza. A chi si sentiva prigioniero della logica dei soldi e del potere, a chi era incapace di resistere alla pressione della cupidigia o della vendetta, Gesù proponeva un’altra visione dell’esistenza e del destino dell’uomo. Con le sue parole, con le sue parabole, con i suoi miracoli, con il suo modo di rispondere ai potenti o di comportarsi, Gesù aveva completamente rinnovato la loro visione dell’esistenza umana. Aveva loro rivelato la bellezza e la grandezza della loro vocazione personale. Avevano sperimentato con Lui che non erano solo un oggetto o un numero, ma che avevano una dignità incomparabile.
Ciò che queste donne venivano a seppellire di buon mattino, al sorgere del sole, era proprio questa luce che aveva illuminato la loro esistenza così insipida e senza interesse. Non venivano solo per piangere sul corpo di Gesù, ma anche sulle loro speranze, sulla loro dignità uccisa e sepolta con Lui. E forse pensavano ancora, in quel momento molto particolare, che l’incontro con Lui era stato il momento più bello e più prezioso della loro povera esistenza. Per questo motivo, prima di tornare alla realtà dura e senza speranza, volevano, per l’ultima volta, toccare il corpo che aveva dato loro tanta gioia!
Per questo motivo, la Risurrezione di Gesù non è solo il compimento di un’attesa teologicamente fondata, ma è anche e forse soprattutto per tutti noi, la risposta di Dio all’attesa segreta di ogni uomo! L’uomo non è solo un animale intelligente, non è solo un elemento nella grande catena dell’evoluzione, non è solo una forza di lavoro o una capacità di godere, promesso alla morte! No, siamo più grandi e più importanti di ciò che pensiamo, siamo fatti per Dio. E questo cambia radicalmente la nostra esperienza personale.
Con la Risurrezione del Signore, ciò che cambia radicalmente non è solo la nostra comprensione dell’amore di Dio! Ma è soprattutto la nostra comprensione del senso della vita. Dio ci vuole bene e ha iscritto, nel nostro cuore e nel nostro corpo, una vocazione per la vita eterna, per l’amicizia con Lui, per l’amore tra di noi. Siamo fatti per il bene, per la bontà, per un amore che non rinuncia mai, anche dando la propria vita. Siamo stati creati per diventare figli di Dio!
Dom Guillaume – cappellano monastero cistercense N.S. di Valserena (Pisa)
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