Da domenica 10 gennaio, la Cattedrale di Oristano – la più grande della Sardegna come volumi e imponenza – si presenta con un presbiterio rinnovato e arricchito da un nuovo altare.
Al rito di inaugurazione hanno presenziato, oltre l’arcivescovo metropolita arborense Ignazio Sanna, anche altri otto vescovi in rappresentanza delle diocesi della Sardegna che hanno presieduto una solenne concelebrazione eucaristica. Al rito hanno assistito centinaia di fedeli, in prima fila i sindaci di Oristano, Santa Giusta, Cabras e Laconi con la fascia tricolore, davanti al presbiterio tutto il clero diocesano, sull’altare assieme all’arcivescovo Ignazio Sanna, i vescovi sardi e il Capitolo metropolitano.
A precedede il momento liturgico, il progettista dell’opera, l’architetto Angelo Ziranu, nel corso di un incontro con gli operatori della comunicazione, ha illustrato le caratteristiche di questo nuovo altare che si presenta – ha detto – “come un’elemento dalle linee apparentemente semplici ma frutto di un approfondito studio teologico e architettonico”.
L’altare è composto da un basamento, costituito da un blocco di marmo Michelangelo e da una mensa aggettante in Rosso di Francia. Sul basamento è stato scolpito un bassorilievo che raffigura Daniele nella fossa dei Leoni.
Da parte sua monsignor Sanna ha spiegato che il nuovo altare è un momento chiave dell’adeguamento del presbiterio e dell’intera cattedrale, intitolata a Santa Maria Assunta, in linea che le direttive della riforma liturgica varata dal Concilio ecumenico Vaticano II.
L’inaugurazione di domenica 10 gennaio è stata preceduta da due celebrazioni eucaristiche presiedute da altrettanti docenti di Liturgia, monsignor Fabio Trudu e don Pierangelo Muroni, che hanno proposto le loro omelie sui temi “La teologia della cattedrale” e “L’adeguamento liturgico della cattedrale”.
Suggestivi i passaggi del rito. Dopo la benedizione con l’acqua santa, la mensa è stata unta con il Santo Crisma da monsignor Sanna. Sulla mensa poi è stato posato un braciere sul quale sono stati bruciati incenso e aromi che si sono diffusi nelle navate della cattedrale.
Poi la firma dell’arcivescovo di Oristano e di tutti i vescovi presenti sulla Bolla di dedicazione, scritta naturalmente in latino, e poi chiusa “per l’eternità” ai piedi dell’altare assieme alle reliquie di sant’Archelao patrono di Oristano, di santa Giusta, patrona della città lagunare e di Sant’Ignazio da Laconi, patrono della Provincia.