Non c’é più nulla, assolutamente nulla che è straniero a Dio.
Natale del Signore – Anno B (25 dicembre 2017) Letture: Is 9, 1-6; Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14
I testi della liturgia della solennità di Natale ci propongono diversi modi di avvicinare il mistero che celebriamo oggi. Stasera, per la notte di Natale, la Chiesa ci propone il racconto di Luca, un racconto più concreto che insiste molto sugli elementi storici della nascita di Gesù. Alle messe della mattina, sentiremo invece un brano del prologo del vangelo di Giovanni che evoca la discesa del Verbo di Dio nel mondo, la venuta della luce di Dio nelle tenebre di questo mondo. Questi due modi di parlare dello stesso evento possono sorprendere e lasciare perplesso, però, è la stessa storia, lo stesso evento che viene raccontato.
Luca sceglie di presentarci questo evento meraviglioso della venuta di Dio in mezzo agli uomini sotto l’aspetto più concreto e più umile. Mettendosi dalla parte degli uomini, l’evangelista non vuole negare la dimensione più spirituale e più teologica di ciò che sta succedendo, ma vuole sottolineare due cose che rimangono sempre molto importanti per noi. Vuole sottolineare prima l’amore di Dio per noi. E poi, Luca vuole anche aiutarci a guardare la nostra vita con occhi nuovi.
Il primo scopo di Luca è dunque di sottolineare lo straordinario amore del Creatore del mondo per noi, per ognuno di noi. Oggi, questo amore ci colpisce forse ancora di più, perché le scienze dell’astronomia e della fisica ci hanno permesso di scoprire le meraviglie dell’universo. Le scoperte di questi ultimi decenni ci fanno capire sempre più quanto incomprensibile è l’amore di un Dio che ha creato un universo così insondabile! Come mai il Creatore di queste meraviglie sarebbe interessato a ciò che facciamo, a ciò che viviamo?
L’incarnazione, la nascita di Gesù ci rivela quanto grande è il suo amore! Questo Dio così incomprensibile ha voluto venire tra noi, ha voluto vivere con noi per condividere la nostra condizione, perché siamo importanti ai suoi occhi! La nascita di Gesù ci dimostra questo amore senza limiti del Creatore del mondo, è la prova dell’attenzione e della compassione che ha per ognuno di noi. Il suo amore fa di ognuno di noi un essere importante, degno di essere amato e rispettato. L’umiltà di Dio ci rende grandi nell’universo!
Ma questo non deve portarci alla superbia! Perché se Dio si è fatto così piccolo, è perché scopriamo la bellezza e lo splendore di questo mondo che ci ha dato. E questo è il secondo scopo del vangelo che abbiamo ascoltato. Tutte le cose, anche le più umili e le più miserabili, sono adesso diventate piene della sua presenza. Non c’é più nulla, assolutamente nulla che è straniero a Dio. E questo non vale solo per le cose, ma anche e soprattutto per le pene e le fatiche umane. In tutto ciò che succede, tutto ciò che facciamo, tutto ciò che incontriamo, Dio è presente.
E così la nascita di Gesù ci rivela una dimensione importante della nostra propria esistenza. La nostra vita, anche nascosta, senza rilievo o molto umile, questa nostra vita vale veramente la pena di essere vissuta, fino in fondo! Perché è preziosa agli occhi di Dio. Ma il valore della nostra vita non dipende da ciò che facciamo, ma dalla densità di amore e di compassione che viviamo e che sono l’altro nome di Dio!
Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena
(www.valserena.it)