Manager di Dio: i dirigenti d’azienda e la regola di San Benedetto

di Alessandro Zorco

Nell’epoca della tecnologia e dell’industria 4.0 dove – nella gestione aziendale – la finanza e gli interessi economici sembrano prevalere sulla dignità, sul benessere e sulla identità stessa dell’uomo c’è chi prova a volgere lo sguardo verso il passato. Guardando, in particolare, all’esperienza di San Benedetto da Norcia che nel 500, in un periodo storico di gravi crisi economiche, politiche e sociali per molti versi simile a quello attuale, aveva organizzato una complessa struttura monastica basata sugli antichi precetti medievali. La regola benedettina, sintetizzata dal principio “Ora et Labora”, è infatti un complesso di antichi valori praticati da centinaia di anni dai monaci benedettini che potrebbe dare molti insegnamenti a chi deve organizzare una azienda. E’ questa l’intuizione che sta alla base del progetto I manager di Dio portato avanti in Sardegna, nel monastero benedettino di San Pietro di Sorres.

Nel monastero immerso nel verde e nel silenzio dei colli di Borutta, a metà novembre Rocco Meloni, esperto formatore e manager del comparto turistico, autore del saggio La regola dell’Abate, management e leadership, attualità della Regola Benedettina, ha tenuto il primo corso di formazione per dare ai dirigenti dell’isola un nuovo modo di concepire il management aziendale.

L’innovativo seminario dal titolo I manager di Dio, management e leadership, attualità della Regola Benedettina – seguito dai dirigenti di alcune tra le più note aziende del panorama regionale – è stato documentato dal regista ogliastrino Pietro Mereu che, nello stesso antico e suggestivo monastero di Borutta e nel monastero del Sacro Speco di Subiaco, ha girato due docufilm andati in onda su Tv 2000.

Il progetto “Manager di Dio”
Del nesso tra la Regola Benedettina e il management si parla da molto tempo. Addirittura un colosso dell’industria automobilistica come la Audi e un’azienda made in Italy notoriamente virtuosa come quella di Brunello Cucinelli hanno nel proprio management un monaco benedettino. Il primo a trovare nella Regola uno strumento idoneo alla formazione dei manager è stato il monaco inglese padre Dermot Trudget che ha iniziato a 46 anni la vita monastica dopo una carriera di manager in un’impresa alimentare.
San Benedetto da Norcia – che azzardando può essere definito il primo amministratore delegato della storia – è indubbiamente stato un abile manager capace di gestire in modo encomiabile tanti monaci e monasteri.
Come? Sicuramente dando spazio alla cultura, alla spiritualità e al senso del collettivo, ma soprattutto dando la priorità all’uomo come individuo e valorizzando la nobiltà del lavoro, che a i suoi tempi era per lo più manuale.
È evidente, d’altronde, una certa analogia tra l’organizzazione della vita monastica e quella di una azienda: dall’Abate (direttore generale in azienda) al decano (responsabile risorse umane, al cellerario (responsabile del Provveditorato e acquisti). Insomma, a ben vedere in un monastero e da un monastero tutti – non soltanto i manager – possiamo capire come vivere in modo organizzato le ore del giorno dando il giusto tempo a tutto. Anche alle necessarie e fisiologiche pause di silenzio e di riflessione.

Per secoli la Regola Benedettina è stata il modello di gestione di quei complessi abbaziali che hanno ricoperto l’Europa di centri di potere economico e di influenza culturale capaci di arrestare il degrado derivato dal crollo dell’Impero Romano; anzi, avviando la ripresa economica dell’Europa delle campagne che sfocierà nei nuovi Comuni e negli Stati nazionali”, spiega il formatore dei Manager di Dio, Rocco Meloni. “La Regola è stata ed è quel dispositivo di precetti, consigli, norme e dettami che ha permesso che ha consentito e consente di conseguire una organizzazione assolutamente imprenditoriale, dove ogni ingranaggio del meccanismo funziona alla perfezione e ogni elemento ha una sua importanza virale ed essenziale”.

Amo le storie di gruppi di persone particolari – aggiunge il documentarista ogliastrino Pietro Mereu, che ha seguito il percorso formativo dei manager di Dio proposto da Meloni riprendendo con la sua telecamera gli spaccati di vita monastica nel monastero di San Pietro di Sorres e in quello del sacro Speco, a Subiaco -. Ho lavorato sui centenari, sui pescatori di ricci, sui calcianti del calcio storico fiorentino. Amo le storie di mondi che stanno scomparendo o di quelli minoritari. In questo caso, seguendo Rocco Meloni, ho conosciuto il mondo delle abbazie benedettine e degli uomini che cercano di apprendere da un modello che funziona da 1600 anni”.

Da questa esperienza sono nati i due docufilm che saranno trasmessi dall’emittente Tv2000.
La domanda sorge spontanea: un’organizzazione gerarchica perfetta, una macchina organizzativa capace di affrontare con il giusto spirito e con la giusta forza secoli bui e guerre, può essere la ricetta giusta da applicare anche alle aziende e alle imprese di oggi?

Alessandro Zorco
https://www.blogosocial.com/manager-di-dio-regola-san-benedetto/

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