Il mondo ha bisogno della nostra conversione per cambiare anche lui.
III domenica del Tempo ordinario – Anno B (21 gennaio 2018) Letture: Gio 3, 1-5.10; 1 Cor 7, 29-31; Mc 1, 14-20
La missione di Gesù comincia con un dramma: l’arresto di Giovanni Battista. Lo ricorda il primo versetto del vangelo di Marco che abbiamo ascoltato. Questa tragedia della “voce che gridava nel deserto” risuona un po’ come un avvertimento per il Signore. Ci sarà una resistenza, un rifiuto anche molto violento della sua parola. L’illusione di una vittoria è già scartata dall’evangelista, fin dai primi momenti dell’annuncio della buona notizia. La parola di Dio non sarà accolta senza fatica e senza sofferenze!
Ma questo avvertimento ci lascia un po’ stupiti quando sentiamo cosa Gesù vuole proclamare: “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nel Vangelo”! Cosa c’é di tanto pericoloso, di tanto difficile da accettare in queste parole che ci sembrano quasi banali e benigne! Qual è la minaccia che fa reagire in un modo così violento e brutale i potenti e i sacerdoti del tempo? Cosa c’è di tanto pericoloso in questo annuncio?
Per capire questo, non bisogna avere una grande cultura storica o filosofica, neanche una capacità straordinaria di analisi dei fenomeni religiosi e politici. Basta guardare la nostra realtà, nel nostro secolo, negli avvenimenti del nostro tempo. Quando leggiamo i giornali o ascoltiamo le notizie, cosa sentiamo? Sentiamo il nome di Dio usato in tanti modi per giustificare la violenza, l’ingiustizia, il terrore e il disprezzo degli uomini. Il nome di Dio, nel nostro mondo, è diventato un’arma di guerra e di distruzione, un’arma per imporre agli altri il proprio parere e per distruggere l’altro!
E questa è la ragione per cui Gesù fa paura! Egli non proclama la violenza e il dominio! Non proclama la distruzione o la vendetta, ma proclama il perdono e la pace, l’amore e la fraternità, la bontà e l’unità del genere umano. A quelli che vogliono continuare a dividere per regnare, Gesù oppone la forza dell’amore e del perdono. Non si lascia impressionare dalla potenza del mondo, dalla ricchezza dei grandi, ma cerca l’amicizia dei poveri e degli umili. Non si lascia prendere dal teatrino di questo mondo! E questo, il mondo non può sopportarlo!
In questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, vediamo spesso non solo nel mondo, ma anche nelle nostre Chiese, nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie, ma soprattutto nei nostri cuori, tanti segni di questo atteggiamento contrario al Vangelo di Gesù! È molto facile condannare la superbia e l’arroganza degli altri, e dimenticare il proprio modo di essere. Se desideriamo veramente la venuta del regno di Dio, allora possiamo cominciare col proprio cuore. E il mondo cambierà!
Il mondo ha bisogno della nostra conversione per cambiare anche lui. Il mondo ha bisogno della nostra umiltà per scoprire come è buono vivere insieme come fratelli. Il mondo ha bisogno della nostra fraternità per credere che le cose possono cambiare e che Dio non è proprietà di queste persone che hanno la bocca piena del suo nome per uccidere e distruggere! L’unico modo di annunziare che il regno di Dio è vicino, è di cominciare a viverlo tra noi, in noi, nella semplicità della nostra casa!
Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena
(www.valserena.it)