La condanna di chi pretende di utilizzare la religione per dominare e asservire gli uomini

Domenica 32ma Tempo Ordinario  – Anno C – 6 novembre 2022

Letture: 2 Mac 7, 1-2.9-14; 2 Ts 2,16-3,5; Lc 20,27-38
       

           Nella maggior parte dei casi, nei racconti evangelici, è un altro gruppo, quello degli scribi e dei farisei, che si oppone a Gesù e cerca di metterlo in difficoltà. Ma questa volta, è una setta totalmente opposta, quella dei sadducei, che tenta di utilizzare una tesi sul matrimonio e della consuetudine che obbligava un israelita a sposare la vedova del proprio fratello per dargli una discendenza e così prolungarla. Mentre i farisei credevano nella resurrezione e nel giudizio divino dopo la morte, i sadducei non ci credevano e pensavano che la situazione di ogni uomo in questo mondo avesse già il favore divino. Per i sadducei, l’appartenenza alla casta dei privilegiati e dei potenti era vissuta come un segno della elezione divina.           

           Sembrava che tutto opponesse questi due gruppi: questi credevano nel cielo e quelli che non vi credevano. E tuttavia, tutti e due si sono opposti ferocemente a Gesù, come lo testimoniano i Vangeli. Anche se le conclusioni di Gesù sul matrimonio a partire dal destino finale dell’uomo e della resurrezione, hanno, per un tempo, suscitato l’approvazione dei farisei che si sono sentiti confermati nel loro conflitto contro i sadducei, tutto questo non è durato nel tempo. Non dobbiamo mai dimenticare che Gesù è stato consegnato ai Romani e condannato a morte grazie all’alleanza oggettiva di questi due gruppi, i cui principi sembravano addirittura, incompatibili.

          Ciò che ci interessa, dunque, non sono le arguzie sterili riguardo al matrimonio che essi difendono, ma il fine che questi due gruppi perseguono, fine sul quale si scontra la Parola di Gesù. Anche se le due dottrine sembrano opporsi radicalmente, in effetti, sadducei e farisei hanno lo stesso scopo, mantenere sotto il loro dominio il popolo che, essi, pretendevano servire. Ciò che essi temevano in Gesù era questa sua libertà, questa indifferenza delle convinzioni e delle migliaia di regole e di usi che avevano istituito per asservire il popolo che Dio era venuto, invece, a liberare. La loro sete di potere e di dominio li univa molto di più delle differenze dottrinali che li separavano. Dietro le domande poste dai sadducei a Gesù sulla questione del matrimonio o sul destino della donna adultera dai farisei, si delinea in effetti, sempre, la stessa inquietudine, come mantenere sotto controllo, il popolo di Dio?

          Sottolineando la vocazione di ogni essere umano alla vita, alla vita vera, quella che non si esaurisce in questo mondo ma deve essere vissuta nella dimensione dell’eternità, Gesù distrugge tutte le tecniche di asservimento politiche e moraleggianti, che dilagano ancora ai nostri giorni. Punta il dito verso tutti coloro che pretendono di utilizzare la religione per dominare e asservire gli uomini. Oggi, certamente altre ideologie cercano di soffocare la libertà cristiana e di comprimere la libera coscienza degli uomini. Siano esse economiche, o siano sostenute da regole morali o da obblighi rituali: le ideologie hanno sempre un solo e unico fine: asservire i popoli al beneficio di alcuni. Focalizzando il destino dell’uomo, di ogni uomo e di ogni donna al centro dell’attenzione, la parola di Gesù spezza queste logiche che cercano di accecarci e non rinunciano a nessuna menzogna e a nessun cavillo per irreggimentarci.

          Oggi, come al tempo di Gesù, la parola di Dio rimane un’arma irresistibile contro tutti questi discorsi vuoti e compiacenti, se la loro dottrina è cambiata, il loro fine rimane immutato, e il loro metodo è quasi sempre lo stesso. Il Signore Gesù è stato condotto a morte da coloro che credevano al cielo e da coloro che non ci credevano. Vedete l’errore! E voi avete colto la radicale novità del Vangelo!

Dom Guillaume – monaco trappista
www.valserena.it

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