Domenica 25ma Tempo Ordinario – anno B – (19 settembre 2021)
Letture: Sap 2,12.17-20; Gc 3,16-4,3; Mc 9,30-37
Ciò che sta succedendo nel vangelo di oggi, e che viene descritto dall’evangelista san Marco, è in fondo molto comune. Gesù condivide con i suoi discepoli qualcosa di molto importante, il cuore della suo missione: parla loro della sua Passione e della sua Risurrezione. Ma loro pensano alla predicazione del regno e al posto che potrebbero conquistare nella futura organizzazione di questo regno. Gesù dice una cosa, ma loro ne intendono un’altra. San Marco vuole farci capire che tanto spesso ascoltiamo la parola di Dio attraverso il filtro dei nostri desideri, delle nostre passioni. E così interpretiamo la parola secondo i nostri interessi, ma senza accogliere veramente ciò che si sta dicendo.
Questo modo selettivo e traviato di ascoltare, lo ritroviamo non solo di fronte alla parola di Dio, ma molto più spesso ancora nella nostra vita di ogni giorno. Senza accorgerci, lasciamo da parte ciò che non vogliamo sentire, come i discepoli nel vangelo di oggi, per ritenere solo ciò che corrisponde alle nostre passioni, ai nostri desideri più nascosti, alle nostre attese più segrete. Questo ascolto selettivo provoca inevitabilmente incomprensioni e conflitti, perché non sappiamo, e spesso non vogliamo, ascoltare la parola dell’altro.
In questo senso, il modo con cui Gesù riprende il dialogo con i suoi discepoli è molto interessante. A Pietro, in un altro brano del vangelo, rimprovera la sua durezza di cuore. Ma adesso, di fronte all’incomprensione dei suoi discepoli, Gesù cerca di insegnare loro che il regno di Dio non funziona secondo le categorie umane. E l’apostolo Giacomo, nella seconda lettura, riprendeva lo stesso discorso per la vita della prima comunità di Gerusalemme, chiedendo ai discepoli di non lasciarsi dominare dallo spirito di contesa e di gelosia.
Difatti, il nostro modo di ascoltare e di capire ci rivela il mondo nascosto delle passioni che agita il più profondo del nostro cuore, di cui spesso siamo completamente inconsapevoli. Intuire ciò che comanda il nostro cuore, e cominciare a lottare contro queste passioni, fa parte di questo primo lavoro di conversione, quando desideriamo seguire Gesù. Certo, tutti desideriamo il primo posto, tutti vogliamo essere più amati e onorati. E molto spesso pensiamo che gli altri sono più favoriti di noi. Non bisogna vergognarci di ciò che anima il cuore di tutti gli uomini. Dobbiamo semplicemente riconoscerlo.
Ma dobbiamo anche capire che Gesù è venuto liberarci da questo, con la sua Passione e la sua Risurrezione. Il valore di ognuno di noi non dipende dagli altri, ma solo da questo sguardo misericordioso e pieno di amore che Dio pone su ognuno di noi. Ciò che fa il nostro valore, la bellezza della vita, non è dominare ed essere sopra gli altri, ma servire per amore di Dio. La grandezza di una persona, la sua importanza non dipende da ciò che ha o da ciò che fa, ma da ciò che è. La Vergine Maria non ha accumulato niente, non ha avuto nessun potere, ma il suo nome è rimasto tra i secoli, più grande di tutti, perché è stata l’umile serva del Signore, colei che ha saputo ascoltare la parola del Signore e meditarla nel suo cuore.
Dom Guillaume, cappellano monastero trappista N.S. di Valserena (Pisa)
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