La Sardegna esulta e spera.
Si chiude infatti domani, nella Cattedrale di Cagliari, l’inchiesta diocesana del Tribunale ecclesiale sul presunto secondo miracolo del Beato Nicola da Gesturi, necessario e decisivo per la conclusione del processo di canonizzazione di frate Silenzio.
Un’indagine nel corso della quale sono stati ascoltati testimoni oculari, medici e personale infermieristico ma anche testimoni teologici, chi cioè ha pregato o ha fatto pregare espressamente fra Nicola per ottenere una grazia particolare.
L’arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, al termine della cerimonia, consegnerà al Postulatore della causa, il cappuccino padre Carlo Calloni, il faldone sigillato da portare a Roma per la prosecuzione dell’iter della causa.
Ci sono ancora tre passaggi prima che fra Nicola salga all’onore degli altari: quello alla Congregazione per le Cause dei Santi, quindi presso la Congregazione Ordinaria dei Cardinali e infine, per l’atto conclusivo, il decreto del Papa.
«Non è il momento di creare illusioni o accendere facili entusiasmi», dice padre Ignazio Melis, vice postulatore della causa. «Il cammino è ancora lungo anche se la strada è ormai tracciata e fra Nicola è avviato sulla strada della santità piena. Come comunità cristiana dobbiamo ora aspettare, pregare ma anche gioiosamente sperare».
Massimo il riserbo su questo secondo miracolo, oggetto dell’inchiesta diocesana.
«Bisogna stare attenti a parlare di miracolo», avverte ancora padre Ignazio. «Più precisamente e prudentemente dobbiamo parlare di guarigioni umanamente e scientificamente inspiegabili se non attraverso un intervento divino. Perché è solo Dio che può operare miracoli, grazie all’intercessione dei santi, come appunto crediamo per fra Nicola da Gesturi».
Per la famiglia cappuccina di Sardegna sarebbe un evento di portata straordinaria. Perché ancora una volta sarebbe un frate laico, un questuante, unu para circanti, gradino più basso della gerarchia nell’ordine istituito dal poverello d’Assisi, a conquistare la gloria degli altari.
Il suo primo miracolo si chiama Valeria, un batuffolo di carne, 550 grammi di peso e lungo 30 centimetri. Quando viene alla luce, il 21 gennaio 1986, non aveva alcuna speranza di vita: “aborto inevitabile alla fine del quinto mese”, avevano sentenziato i medici.
Ma Valeria, con l’immaginetta di fra Nicola attaccata all’incubatrice, giorno dopo giorno, vince la sua battaglia. Contro tutto e contro tutti. Riceverà la Comunione da Papa Giovanni Paolo II a Roma, il giorno della beatificazione di frate Silenzio, come tutti in Sardegna lo chiamavano, il 3 ottobre del 1999.
Ora attende di poterla rifare, sempre a Roma, ma per il suo finalmente san Nicola da Gesturi.
Paolo Matta