ESORCISMI, SEMPRE PIÙ MINORI VITTIME DEL MALIGNO

Sono mezzo milione gli italiani che, ogni anno, si rivolgono a un sacerdote o religioso per chiedere un esorcismo. Per il 65%, si tratta di donne di livello culturale medio-basso, provenienti dal centro-sud. Ma a preoccupare c’è un altro dato: 20 su 100 delle persone convinte di essere possedute sono minorenni. Sono 5 le manifestazioni del demonio: infestazione, vessazione, possessione, ossessione, soggezione. In ogni diocesi, l’ordinario provvede ad affidare questo incarico a uno o più sacerdoti (a seconda della dimensione della sua chiesa locale) ma, in ogni caso, gli esorcisti sarebbero sempre in numero insufficiente rispetto alle richieste.

La recente morte di Padre Gabriele Amorth, una celebrità mondiale in questo campo, ha suggerito al quotidiano La Stampa di Torino (non a caso, dal momento che il capoluogo piemontese è considerata città a forte presenza di sètte sataniche) un’inchiesta sul fenomeno.

«La prima virtù del diavolo è far credere di non esistere», spiega padre Ildebrando Di Fulvio, monaco benedettino, esorcista della diocesi di Frosinone, testimone di «sofferenze atroci» tra le pietre millenarie dell’abbazia cistercense.
Premessa obbligatoria e fondamentale: tanti temono di essere indemoniati, pochi lo sono davvero. Sentono strane presenze, hanno comportamenti fuori dall’ordinario, ma quasi sempre sono solo depressi cronici, persone affette da varie patologie, sindromi psicologiche. L’esorcista elenca i segni esteriori che distinguono un indemoniato da un malato psichiatrico: «Viso deformato, voce cavernosa, oggetti metallici o cibi mai ingeriti che escono dalla sua bocca, frasi pronunciate in lingue arcaiche a lui del tutto sconosciute in stato cosciente (ebraico, greco, latino, aramaico), una forza fisica smisurata e del tutto assente nel soggetto in condizioni normali, reazioni violente alle preghiere di liberazione e all’acqua santa».

Spesso la possessione si manifesta dopo la partecipazione a messe nere, sedute spiritiche, affiliazione a sette sataniche o gruppi di occultisti. Questa l’esperienza di un esorcista sardo che opera a Olbia, don Gianni Sini, che ha iniziato 30 anni fa, ha seguito centinaia di casi e pronunciato migliaia di esorcismi. «La prima volta che incontrai Mattia (nome di fantasia) – racconta  – eravamo qui in chiesa e prendeva a calci nelle tibie i genitori, non si fermava mai. Poi feci uscire lui e la mamma, mi fermai con il papà, un professionista affermato. Gli chiesi se avesse qualcosa da dire. Rispose che al sabato andava in campagna, con gli amici, e dopo il lavoro nell’orto facevano sedute spiritiche, così per gioco. È in questo modo che il piccolo Mattia ha conosciuto il Diavolo, perché il papà lo è andato a cercare, ne è stato il veicolo, e per questo ha una responsabilità morale». Eppure tra fede popolare e cultura arcaica, si grida troppo rapidamente alla presenza del maligno. «Solo in una decina di casi sulle centinaia di cui mi sono occupato, si trattava di una vera possessione diabolica», dice padre Di Fulvio.

«Ad aprire le porte a Satana è spesso l’occultismo», afferma don Aldo Buonaiuto, esorcista della diocesi di Fabriano-Matelica e coordinatore del servizio anti-sette della comunità Giovanni XXIII. Almeno una volta nella vita, 10 milioni di italiani si sono rivolti a maghi, fattucchiere, cartomanti, sensitivi, astrologi. «La maggior parte sono ciarlatani che truffano sprovveduti o malati disperati, ma tra loro ci sono anche satanisti», aggiunge don Aldo. Messe nere, sedute spiritiche, patti con il demonio. Che, malgrado i numeri delle denunce siano in calo, non si arrestano. «Ne abbiamo ricevute anche nei mesi scorsi, da Calabria e da Sicilia», dice Maurizio Alessandrini, presidente di «Favis», un’associazione che si batte contro la diffusione delle sette.«Il primo esorcismo è il battesimo, il più potente la confessione» aggiunge don Buonaiuto.

Ma una cosa è certa: la richiesta di esorcisti aumenta di anno in anno e il Vaticano è dovuto correre ai ripari. Prima il monito di Benedetto XVI («un esorcista in ciascuna diocesi del mondo»), poi i continui riferimenti ai pericoli di Satana nella predicazione di Francesco. Eppure non ci sono mai troppi sacerdoti: solo in Sardegna, ne operano sette per dieci diocesi, alcuni di loro hanno più di 80 anni. Discorso diverso a Milano, dove gli esorcisti sono raddoppiati.

Paola è vittima di un maleficio pronunciato da un’ava. Ma si scopre solo «interrogandola», come fa un esorcista con un posseduto. «Anni di visite psichiatriche e analisi mediche non erano state in grado di svelare che cosa avesse», ricorda don Sini. Era il Diavolo, che si era impossessato di lei . La maledizione di una parente «verso quel figlio che porterai in grembo». E che trova Paola quale vittima sacrificale. Proprio come Mattia, a quattro anni costretto a subire i malefici delle sedute spiritiche del padre imprenditore che trascorre i sabati con gli amici a «evocare gli spiriti di chi è morto», in sedute spiritiche nate per gioco. Non sempre il Male, però, si può riconoscere e sconfiggere in poco tempo. «Ci sono esorcismi che durano anni», ricorda don Sini. E possessioni che si ripresentano: «Senza un percorso di fede non si sconfigge Satana. Vince chi crede».

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