La diocesi di Ozieri ha il suo nuovo Vescovo: è don Corrado Melis 52 anni di Sardara della diocesi di Ales-Terralba. Questo il suo primo messaggio alla diocesi.
Carissimi fratelli e sorelle che siete pietre vive della Chiesa di Ozieri.
Siano su tutti voi la gioia e la pace del Cristo risorto!
Il mio saluto carico di affetto grande, per la comunione presbiterale a voi, sacerdoti. Con gratitudine al Signore, affido il mio primo saluto al vescovo Sebastiano. Per un misterioso disegno divino, la Provvidenza mi vuole fratello vescovo in mezzo a voi.
Ho detto “sì”, e subito chiedo a tutta la diocesi di aiutarmi e sostenermi con la preghiera e l’affetto. Sento l’invito evangelico del Signore che mi dice: “Vai a continuare il tuo cammino di conversione con il popolo di Dio che è in Ozieri”. Mi manda a voi il Vescovo di Roma, Papa Francesco, che ho ringraziato e ringrazio con voi per il dono dell’Episcopato e della missione. Vengo da voi inserendomi in un solco ecclesiale antico e molto promettente.Vedo la sproporzione tra la grazia di Dio e tutta la mia povertà, la mia inadeguatezza e il mio peccato. La confusione e lo smarrimento iniziali per tanti pensieri e domande hanno lasciato spazio alla parola di Gesù che, dal giorno dell’ordinazione presbiterale, più di una volta, ho sentito rivolta a me: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto…”.
È un momento decisivo per me. In questi ultimi dieci giorni ho sentito forti due esperienze bibliche:
– quella di Abramo, padre nella fede e intrepido camminatore delle strade impossibili: con la sua fede ha abitato il futuro;
– quella dell’Esodo non solo come evento ma come paradigma biblico, come spiritualità e icona ispiratrice di ogni cammino. L’Esodo mi sfida a uscire da ogni forma di schiavitù, in cerca di libertà, per adorare il Dio vivo e vero e servire Lui e i fratelli con gioia e generosità.
Permettetemi di condividere qualche passaggio della mia vita e delle impronte che mi caratterizzano.
Conservo la memoria grata di tanti testimoni, che mi hanno educato nell’arco della vita: di loro conservo ispirazioni e messaggi. Alcuni mi sono stati vicini, altri li ho conosciuti perl’esempio e per gli scritti. Uno di questi è il vescovo don Tonino Bello, di cui conservo un’espressione assai cara: “Vivere in comunione, nei confronti del mondo, come agenzia periferica della Trinità; camminare nella storia come icona della Trinità”. Un altro testimone è fratel Charles de Foucauld, specialmente con la sua preghiera: “Padre mio, io mi abbandono a te…”, parole che prego da tantissimi anni e che mi accompagnano in questo tempo inedito della mia vita.
Vengo nella Chiesa di Ozieri con una bellissima “dote” che mi ha trasmesso la Chiesa di Ales-Terralba, che amo e non dimenticherò mai. È una dote fatta di doni, pregi e virtù. Un primo dono che porto nel cuore e nella mente è il Sinodo diocesano, appena concluso. Scrive nel Libro del Sinodo il Vescovo Giovanni: “Le due coordinate che permettono alla Chiesa di essere se stessa e di muoversi in direzione dell’incontro con il suo Signore e Maestro sono la comunione e la missione. Su di esse si fonda il rinnovamento del Sinodo…”.
Un altro dono che porto in dote sono pagine importanti di carità e attenzione agli ultimi che hanno delineato il volto di questa Chiesa locale sempre attenta alla sua gente, segnata soprattutto da situazioni di povertà e di disagio sociale. Mi accompagnano fin d’ora alcune convinzioni, che mi sento di comunicarvi attraverso quattro parole che, anche se dette in latino, sono facili da capire per tutti: Jesus Caritas (Gesù è l’Amore, di fratel Charles de Foucauld), Evangelii Gaudium (la gioia del Vangelo,di Papa Francesco). Ciascuna di queste quattro parole ha un senso compiuto: Gesù, amore, Vangelo, gioia. Sono certo che potranno diventare la forza di tutti. Personalmente vengo a voi con il desiderio di tradurle in vita.
Tutti ringrazio fin d’ora per la bontà e la pazienza che vorrete riservarmi. Con la diocesi di Ozieri saluto la Conferenza Episcopale Sarda, i Vescovi emeriti della Sardegna, Mons. Angelino Becciu, Mons. Sebastiano Sanguinetti, Mons. Sergio Pintor, il Seminario Regionale Sardo. Personalmente abbraccio ciascuno dei presbiteri e religiosi, sentendomi particolarmente vicino a quelli anziani e malati. Abbraccio i seminaristi, le famiglie religiose femminili, tutti i consacrati, i membri dei Consigli Pastorali, tutti i collaboratori e volontari, tutto il popolo di Dio.
Rivolgo un saluto speciale ai giovani e ai bambini.
Con loro saluto gli anziani e gli ammalati, le persone sole, i disoccupati, le famiglie segnate dalla sofferenza e dal lutto.
Saluto e tendo la mano a tutte le Autorità civili, politiche, militari.
Carissimi. Avete una storia gloriosa per slancio crescente e ruolo prestigioso in campo religioso, culturale ed economico.
Camminiamo insieme!
Vorrei guardare ad ogni persona con quell’amore con cui è guardata dal Signore.
Ci protegga la Vergine Immacolata che invochiamo in questi giorni con il titolo del Carmine, e che veneriamo con i titoli di Madonna di Castro e Madonna del Regno.
Ci protegga S. Antioco, patrono della diocesi e della Sardegna e la Beata Vergine della Neve nel Goceano.
“Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: rafforza per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rafforza”.
In amicizia e comunione, invocate su di me la benedizione del Signore
Grazie di cuore.
Don Corrado
Villacidro, 16 luglio 2015
Memoria della B.V. Maria del Monte Carmelo
Il Vescovo eletto, finora, era parroco di Santa Barbara a Villacidro e vicario episcopale per l’evangelizzazione e l’educazione oltre che direttore dell’Ufficio di pastorale familiare.
La diocesi del Logudoro aspettava questa nomina da 3 anni dopo la rinuncia di mons Sergio Pintor per raggiunti limiti di età. In seguito alle sue dimissioni, dal dicembre del 2012 era stato nominato amministratore apostolico della diocesi monsignor Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio-Ampurias, dopo avere guidato la comunità diocesana del Logudoro e Goceano dal 1997 al 2006.
Dopo la riforma richiesta da Papa Francesco alla Conferenza Episcopale Italiana per la riduzione delle diocesi italiane da 226 a 190, si pensava che la diocesi di Bisarcio e Castro sarebbe statat la prima in Sardegna a essere soppressa o accorpata.
La nomina di Monsignor Melis conserva invece una chiesa locale di 30 parrocchie, 68mila abitanti con 39 sacerdoti e 4 frati.