(di Massimiliano Rais)
“Il Messale con la nuova versione del Padre Nostro voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana uscirà qualche giorno dopo la prossima Pasqua. L’uso liturgico sarà invece introdotto a partire dalle Messe del 29 novembre di quest’anno, prima domenica d’Avvento”. Lo ha anticipato monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e teologo. Nella preghiera, l’invocazione a Dio “non indurci in tentazione” viene modificata con “non abbandonarci alla tentazione”.
“Dio ci ama e non ci tende trappole per cadere nel peccato”, ha chiarito Monsignor Forte.
In alcune parrocchie la novità è già stata introdotta: “Si adotta – spiega don Fabio Trudu, direttore dell’Ufficio Liturgico della diocesi di Cagliari – la nuova traduzione durante il Rosario che non è una celebrazione liturgica. Un modo per abituare i fedeli in vista dell’introduzione ufficiale”.
Don Fabio Trudu ricorda che c’è un’altra novità che riguarda la preghiera del Padre Nostro: “Viene infatti aggiunto un “anche”, “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Un’aggiunta per rimarcare che noi perdoniamo chi ci ha fatto del male nel solco del perdono di Dio nei nostri confronti”.
Cambia qualcosa anche per il Gloria: “Pace in terra agli uomini di buona volontà”, nella traduzione della Bibbia del 2008 – sottolinea il direttore dell’Ufficio Liturgico – diventa “Pace in terra agli uomini che Dio ama”. Nella nuova traduzione del Messale romano, un’opera monumentale di oltre mille pagine, si trasforma in “amati dal Signore”, semplicemente per ragioni metriche legate al canto del Gloria”.
Le modifiche sono in sintonia con la traduzione della Bibbia per uso liturgico approvata 12 anni fa. Il lavoro di ricerca e studio ha richiesto tempi lunghi: “I Vangeli sono scritti in greco ellenistico però alla base hanno un sostrato ebraico. Gesù parlava in ebraico e, più spesso, in aramaico. Ciò vuol dire che quando leggiamo i Vangeli in greco dobbiamo anche pensare a come potevano essere pronunciati in ebraico con la struttura di quella lingua, i modi di dire, le figure retoriche. Per il Padre Nostro possiamo dire che il nuovo “non abbandonarci alla tentazione”, novità sollecitata da Papa Francesco, è più aderente alla lettera e allo spirito del testo biblico”.