Con Papa Francesco l’ecologia entra a pieno titolo nel “magistero sociale” della Chiesa.
Bergoglio accentua i concetti di “custodia” e di “armonia”: all’umanità è affidato il compito di custodire la terra, casa comune, dove l’uomo non è inteso come “centro” ma in relazione con le altre creature e capace di riconciliarle.
Il 2015 per l’umanità è un anno “decisivo” per affrontare la sfida ambientale, data la concomitanza della Conferenza di Addis Abeba sul finanziamento dello sviluppo, della assemblea dell’Onu dedicata ai nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile e della Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici.
Lo sottolinea l’editoriale di Civiltà cattolica, intitolato “Custodire l’intera creazione: un servizio del vescovo di Roma“, che fornisce sia un excursus sul magistero ecologico dei papi da Paolo VI, sia una serie di riflessioni che fanno intravedere il messaggio che papa Francesco trasmette con la sua seconda enciclica, “Laudato sì“.
La rivista dei gesuiti, le cui bozze sono riviste dalla segreteria di Stato vaticana, dedica l’intero ultimo fascicolo ai temi ambientali, accompagnando così in modo molto illuminante la pubblicazione dell’importante testo papale, a beneficio di chiunque vorrà avvalersene, e della comprensione dell’enciclica.
Dopo l’enciclica “toccherà a tutti, pur non essendo tutti scienziati, tirare le conclusioni e agire”; il Papa si è documentato con le acquisizioni scientifiche, ma il suo obiettivo non è “fare speculazione né sposare questa o quella teoria, ma invitare gli uomini di buona volontà a considerare bene le loro responsabilità per le generazioni future, e agire di conseguenza”.
“Confidiamo che molti – afferma l’editoriale – accogliendo la sfida in termini di fede e di scelte operative, saranno profondamente grati del fatto che un leader mondiale abbia avuto il coraggio di richiamare tutti a un futuro più sostenibile e inclusivo”. Come Bergoglio ha già affermato, infatti, “esiste un chiaro, definitivo e improrogabile imperativo etico di agire”.
Civiltà cattolica, – oltre a riassumere il magistero ambientale di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con accenni alle intuizioni profetiche di Paolo VI – segnala la valenza ecumenica e interreligiosa del tema ambientale, citando sia le iniziative internazionali di Bartolomeo I patriarca di Costantinopoli che i saggi del teologo di punta di Bartolomeo, quel Giovanni Zizoulas che è stato tra i relatori alla presentazione dell’enciclica in Vaticano.
Per tutte le religioni, inoltre, segnala la rivista, il tema ecologico è sensibile e mette in questione. Non si tratta di trasformare la Chiesa in una “ong verde”, rimarca l’editoriale anticipando le critiche, ma di riconoscere le “implicazioni ecologiche della nostra fede”. Del resto da tempo la domanda non è “se” si debbano affrontare le questioni di ecologia in una prospettiva di fede, ma “come bisognerebbe farlo”.
“Laudato sì“, dunque, Bergoglio porta la “tematica ambientale al cuore della sua dottrina sociale” e il documento dimostra che il Pontefice puntando alla “armonia di tutti gli esseri viventi”, esprime “una visione antropologica ma non antropocentrica”, e “spinge verso una spiritualità ecologica, cioè a una vita spirituale e sacramentale che non sia avulsa dal fatto che abitiamo il creato come una “casa”.