Domenica XVII Tempo Ordinario (30 luglio 2023) – Anno A
1Re 3, 5.7-12; Rm 8, 28-30; Mt 13, 44-52
Le tre immagini usate da Gesù, per parlare del Regno dei cieli, non sono una descrizione precisa e completa del Regno di Dio. Ma ci danno alcune chiavi per capire la logica del Regno, che sembra, almeno all’inizio, molto simile a quella della terra. Difatti, chi ha trovato un tesoro, lo nasconde e compra il campo a basso prezzo per diventare ricco. E anche chi, nel nostro mondo, trova una perla rara di grande valore, vende tutto ciò che ha per comprarla.
Ascoltando queste due piccole parabole, possiamo avere l’impressione che la logica del Regno sia simile a quella di questo mondo. E la terza immagine sembra confermare questa prima impressione. Difatti, l’atteggiamento degli angeli corrisponde anche molto bene a ciò che fanno i pescatori, quando raccolgono i pesci buoni e buttano via i cattivi. In un primo momento, si potrebbe dunque ritenere che il Regno di Dio funziona come il nostro mondo, con un buon senso molto umano.
Ma il problema comincia quando si cerca di capire cosa sono questo tesoro nascosto nel campo, questa perla preziosa di grande valore. Cosa è veramente prezioso per noi e prezioso per Dio? Lasciare tutto per ricevere meglio e di più! Tutti siamo pronti a correre questo rischio! Il problema comincia quando si capisce che ciò che sta dietro a “questo meglio”, questo tesoro nascosto, questa perla preziosa, non corrisponde assolutamente a ciò che noi cerchiamo di solito!
Nella prima lettura, abbiamo già trovato un inizio di risposta a questa domanda. Difatti, Salomone aveva capito che, per trovare la felicità, non bastavano né lunghi giorni, né la ricchezza, né la protezione contro i nostri nemici! Tutte cose che sono per noi preziose! Il re di Israele aveva chiesto la saggezza, e il Signore l’aveva lodato e l’aveva colmato di tutti questi beni. Però questa saggezza rimaneva molto umana, molto terrena, e la Scrittura ci dice che non era bastata a renderlo felice!
Il mistero del tesoro e della perla non è così evidente, ancora oggi, per ognuno di noi. Pensiamo tutti di sapere ciò che vale veramente! Pensiamo tutti di conoscere il vero prezzo delle cose! Per questo, la seconda lettura rimane per tutti noi un grande mistero! Quando Paolo proclama: “noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio”, ci accorgiamo che siamo proprio di fronte al mistero del tesoro nascosto e della perla preziosa, cioè l’amore di Dio!
Questo amore di Dio è per noi questa perla preziosa e questo tesoro per i quali si lascia con gioia tutto il resto? Difatti, l’amore di Dio ci fa paura, suscita in noi una certa inquietudine, quando scopriamo la sua grandezza, la sua profondità, la sua larghezza, come dice Paolo! Più scopriamo la sua misura senza misura, più facciamo l’esperienza delle nostre resistenze, delle nostre fatiche, dei nostri limiti! L’amore di Dio è così grande, così smisurato, che siamo presi dal panico e dalla vertigine quando misuriamo la distanza tra il tesoro e la capacità del nostro cuore.
Per buttarsi nell’amore di Dio, per scegliere il tesoro nel campo o la perla preziosa, ci vuole molto più della nostra buona volontà, molto più del nostro entusiasmo! Ci vuole questa grazia che vince ogni resistenza in noi e pian piano trasforma il nostro cuore di pietra in un cuore di carne, capace di ricevere e di portare frutto, per la vita eterna!
Dom Guillaume
monaco trappista – superiore monastero Sept Fons