Non Gesù, che non appare quasi, ma Myriam/Maria “madre per sempre” è la vera protagonista della sua infanzia sino all’assegnazione, quasi una lotteria, in sposa a Giuseppe, “falegname per forza, padre per professione“. La scoperta della maternità della moglie-bambina viene affidata a un sogno, un viaggio da fiaba, che diventa una delle liriche più alte di tutta la produzione di De Andrè. Ancora le donne protagoniste sotto la croce, le madri di Dimaco e Tito – i due malfattori crocifissi con il Cristo – e il pianto straziante di Maria, “non fossi stato Figlio di Dio/t’avrei ancora per figlio mio“, che ne fanno icona simbolo universale di tutte le madri.