Lasciato l’abito del lutto e il nero piumaggio, Sant’Efisio, al Lunedì dell’Angelo, sale in Cattedrale: con una Messa solenne, Cagliari adempie la promessa dell’allora arcivescovo Filippo Maria Melano rivolta a su Protettori poderosu perché liberasse Cagliari e la Sardegna dall’assedio francese nel 1793. La fede, ancora una volta, venne in soccorso alle genti di Sardegna: Efisio, portato in processione fin sui moli del porto, prodigiosamente salvò ancora una volta la sua città di adozione e Cagliari fu salva.
Un rito – quello di Pasquetta – che è immediatamente preparatorio alla sfolgorante processione votiva del Primo Maggio quando tutte le popolazioni dell’Isola, ciascuna con l’abbigliamento tradizionale della propria comunità, riunite dalla devozione al Sardae patronus insulae, vorranno accompagnarlo, come da 361 anni, senza interruzione alcuna, neanche sotto le bombe del 1943, fino alla sua chiesa di Nora, luogo del suo martirio.
Da alcuni anni, al termine della Messa in Cattedrale e al rientro nella piazzetta di Stampace, si procede anche alla benedizione del giogo dei buoi che traineranno il cocchio (quello di gala nel percorso cittadino fino alla Corte di Giorgino, quello, più modesto, di campagna, per le strade del contado fino a Nora) dal 1° al 4 maggio.
Curioso il loro appellattivo: S’Amigu e Pagu fidau i giganteschi buoi della famiglia Etzi di Sarroch che si alterneranno con altri due gioghi dei Satta di Domusnovas e dei Cabras di Monserrato.
Rientrato il Santo in chiesa, ancora freschi di lavori, un lungo applauso saluta la nomina e la proclamazione dei due confratelli collaterali, vere e proprie guardie del corpo della statua del Santo lungo tutto il pellegrinaggio: Stefano Dessì, stampacino doc, al suo esordio assoluto, mentre per Angelo Mocci è la seconda volta che dovrà scortare il Santo fino a Nora.
Il 25 aprile avverrà invece il passaggio del Gonfalone dalle mani del Terzo Guardiano uscente (Giancarlo Sanna) all’eletto di quest’anno, Fabrizio Pau. Mentre il 29, nel pomeriggio, si procederà alla vestizione del Santo e il 30 all’ornamento con l’oro e gli ex voto dei fedeli prima della sua intronizzazione solenne, alle 12, prima della Messa della vigilia.
Poi sarà Festa grande. Come da 361 anni.