I cancelli vengono aperti alle 14, per consentire l’ingresso in Basilica di una folla enorme, proveniente da tutto il mondo, in fila da ore, sotto il sole in piazza San Pietro. Il neo cardinale Arrigo Miglio arriva in auto, assieme a una delegazione dell’Abbazia Benedettina di San Paolo fuori le Mura, sulla Ostiense. Gli va incontro l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi: entrano insieme a San Pietro dove, sotto la Gloria del Bernini, tutto è pronto per il Concistoro. Nel settore immediatamente sotto la sede del Papa le poltroncine destinate al collegio dei Cardinali, subito dietro le mozzette viola dei vescovi.
Arriva Becciu
Confuso tra la folla, atteso dopo l’invito del Papa, arriva anche il cardinal Angelo Becciu. Prende posto nelle prime file, siede e resta assorto in preghiera. Immaginabile la commozione del prelato di Pattada nel ritrovarsi, davanti al Papa, tra i suoi confratelli cardinali a due anni dalle sue dimissioni. Uno speaker invita tutti al silenzio, al raccoglimento, ad evitare applausi o qualunque altra manifestazione di affetto verso i nuovi cardinali.
Il Papa malato
Nella sua carrozzina, poco prima delle 16, entra Papa Francesco. Viene aiutato a rivestirsi dei paramenti, una lunga cotta e il bianco piviale, quindi sempre sorretto prende posto nella sede.
Uno dei cardinali eletti, mons. Roche, a nome di tutti i suoi confratelli, rivolge al Pontefice un indirizzo di omaggio e gratitudine, garantendo fedeltà alla Chiesa, se del caso, «sino all’effusione del sangue».
Dopo la recita del Credo, simbolo della fede apostolica, in un profondo silenzio la consegna, a ciascun nea cardinale, della rossa berretta, dell’anello cardinalizio e della pergamena con il titolo di una delle antiche chiese di Roma, «perché», aveva ribadito Papa Francesco anche nell’ultimo Angelus, «i cardinali fanno parte a pieno titolo del clero di Roma».
Berretta a Miglio
Penultimo fra i venti nuovi cardinali (il ventunesimo assente perché ricoverato d’urgenza per problemi cardiaci) monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari, «sardo di adozione», come ama definirsi per la sua lunga attività pastorale come guida della diocesi sulcitana, prima, e cagliaritana dopo. Ancora fresco del cerimoniale vaticano, Miglio si è reso protagonista di un curioso “incidente”: entrato in Basilica si è subito mischiato al gruppo dei cardinali presenti, prima di essere richiamato da un addetto del protocollo e accompagnato fra le fila dei futuri porporati. Tutto il rito della imposizione della berretta si è svolto in un clima di assoluto silenzio e raccoglimento, con le sole note dell’organo che – in sottofondo – hanno accompagnato le venti formule di rito per gli altrettanti nuovi cardinali.
Abbraccio con Becciu
Fra i cardinali, nelle prime fila, anche monsignor Becciu. Ideale l’abbraccio fra i due porporati “sardi”: «Siamo molto contenti di questo rientro», ha detto Miglio al termine del Concistoro, «con l’augurio che tutte le difficoltà e le nubi possano presto dissiparsi. Non dimentichiamo le enormi difficoltà del lavoro di Becciu, dove è facile essere toccati da situazioni improprie o errori. Ma in Sardegna, che conosce molto bene monsignor Becciu, non c’è mai stato alcun dubbio. Quello che è importante è che possa riprendere la sua attività in piena serenità».
Servire i piccoli
Nella allocuzione, pronunciata subito dopo la lettura del vangelo, papa Francesco ha citato l’immagine del fuoco, quello dello spirito e quello di brace: «fiamma potente dell’immagine di Dio, amore appassionato che tutto rigenera e purifica con cui il Signore vuole comunicare e avvicinarci con mitezza. Nella luce e nella forza cammina il popolo fedele al quale siamo stati inviati come ministri del Signore. Un cardinale – conclude – ama la Chiesa sempre con il medesimo fuoco spirituale, sia incontrando i “grandi” di questo mondo, che i piccoli, sempre grandi davanti a Dio».
Le visite di cortesia
Al termine del rito, nell’Aula Paolo VI, la sala delle Udienze generali del Papa, hanno avuto luogo le “visite di cortesia” del neo cardinali con i fedeli e gli amici, laici e sacerdoti, delle diocesi di appartenza. Per la diocesi di Cagliari, oltre l’arcivescovo Baturi, c’erano il vicario generale, Ferdinando Caschili, il rettore del Seminario regionale, Riccardo Pinna, alcuni sacerdoti e chierici, lo staff di Radio Karalitana e del settimanale diocesano Il Portico guidato da don Giulio Madeddu. Molto folta anche la rappresentanza della diocesi di Ivrea, terra natale di Miglio, e dell’associazione degli scout cattolici, di cui il neo Cardinale è stato assistente nazionale.
Il titolo cardinalizio
Durante il Concistoro presieduto da papa Francesco, l’arcivescovo emerito di Cagliari monsignor Arrigo Miglio è stato creato cardinale con il titolo di San Clemente, menzionato per la prima volta da san Girolamo nella sua “Vita di San Clemente”, contenuta nel De Viris illustribus. La sede assegnata, dedicata a papa Clemente I, sorge nella valle tra l’Esquilino e il Celio, sulla direttrice che unisce il Colosseo al Laterano nel rione Monti, ed ha la dignità di basilica minore. La presa di possesso da parte del nuovo porporato avverrà nei prossimi mesi.
Primi impegni
Questa mattina alle 12 il neo cardinale Miglio celebrerà la sua prima Messa nella Basilica di San Paolo fuori le mura, una delle quattro baliche maggiori di Roma in mezzo alla comunità benedettina di cui è stato “commissario pontificio” negli ultimi due anni. Martedì 30, al rientro della sua visita apostolica a L’Aquila, Papa Francesco alle 17,30 in San Pietro presiederà la prima Messa solenne con i nuovi cardinali. Al suo rientro nella diocesi di Cagliari, dove ha deciso di risiedere, Miglio sarà a Quartu in occasione dei festeggiamenti per Sant’Elena.
Paolo Matta