DOMENICA 30a TEMPO ORDINARIO
(29 ottobre 2023) – Anno A
Es 22, 20-26; 1 Ts 1, 5c-10; Mt 22, 34-40
A Gesù, non importa l’intenzione cattiva del dottore della legge che lo interroga. Questa domanda è per lui l’opportunità di rivelarci in una formula breve, ma molto densa, il cuore della rivelazione, il cuore del mondo, il cuore di Dio, ma soprattutto forse il cuore segreto dell’uomo. Perché difatti la risposta di Gesù, nelle sue due parti, comincia sempre con la stessa formula “amerai”. Il cuore della rivelazione è proprio nel cuore dell’uomo stesso, di ognuno di noi. Il nucleo della rivelazione, la legge più grande, il comandamento più importante è di risvegliare questa nostra capacità di amare, di uscire di sé per mettere un altro, l’altro, al primo posto.
Gesù non sceglie, come vorrebbero i farisei e i dottori della legge, tra amore Dio e amore dell’uomo, Dio o l’uomo. Questa è sempre stata e rimane sempre la tentazione degli uomini, ancora oggi. Tanti sono questi personaggi, che pretendono di essere più religiosi perché condannano, perseguitano e ogni tanto uccidono gli altri. Ma tanti anche sono questi uomini che pretendono di liberare l’uomo da ogni tipo di schiavitù, anche religiosa, con la forza e la violenza. I farisei, come tutti gli estremisti religiosi di tutti i tempi, pensavano che si doveva difendere Dio contro l’uomo, ad ogni costo. Ma Dio non ha bisogno di nessuno per essere difeso! Vuole solo essere amato.
Per questi uomini, amare la verità supponeva sempre eliminare l’errore, distruggere ciò che non corrispondeva all’immagine di Dio o dell’uomo che portavano in loro. Per loro, l’altro era sempre stato un pericolo e un nemico! Ma Gesù rifiuta di entrare in questa logica che divide tra buoni e cattivi, che nega l’esistenza dell’altro per esistere. Egli sposta il problema. Il vero problema non è di scegliere tra Dio e l’uomo, ma di amare, di ricuperare questa capacità di aprirsi all’altro, qualunque sia, Dio o il prossimo, Dio e il prossimo.
Il vero problema è dunque come imparare a amare di nuovo? Come lasciare da parte le nostre paure, le nostre frustrazioni, le nostre gelosie, le nostre pretese, i nostri desideri più nascosti, per amare l’altro che mi viene incontro? Perché la vera sfida, nella risposta di Gesù, è proprio quella. Certo, si può imporre una legge, anche molto dura e esigente, ma non si può mai obbligare nessuno a amare! Il nostro cuore non potrebbe sopportarlo. Per noi, l’amore non esiste senza la libertà di amare, senza la gioia dell’amore.
Così, con questa risposta, il Signore ci rimette di fronte al nostro proprio mistero. C’è in noi un santuario indistruttibile, il santuario dell’amore, in cui nessuno può entrare per forza. È solo l’amore, l’amore libero e autentico, che può aprirne la porta. Questo santuario, questo santo dei santi del nostro cuore, è l’unica parte di noi dove nessuno può entrare senza il nostro permesso, neanche Dio. Neanche Dio! Perché Dio l’ha voluto così! Ha voluto essere amato da uomini e donne liberi, liberati dalla paura e da ogni tipo di schiavitù. L’amore non si comanda, non si impone. L’amore è libero, l’amore rende libero, libero come Dio! Perché Dio è amore.
Dom Guillaume monaco trappista