(DI LUIGI ALFONSO)
Le problematiche giovanili legate al nuovo concetto di dipendenza: è stato questo il tema principale affrontato nelle scorse settimane in una serie di seminari organizzati dall’educatore professionale cagliaritano Andrea Abis. Laureato a Roma in Scienze dell’Educazione e della Formazione, Abis ha proposto un confronto tra le esperienze maturate in Italia e in Brasile, con la partecipazione di Rita Maria Alves, presidente dell’associazione Pequena Fraternidade che è impegnata nel recupero dei bambini in vulnerabilità sociale a Salvador-Bahia.
“L’idea – spiega Abis – è nata dopo una lunga riflessione, in seguito a diversi interrogativi che, passo dopo passo, mi ponevo in relazione alla mia esperienza professionale nel campo delle dipendenze. Nel tempo, infatti, ho potuto notare una radicale evoluzione soprattutto nell’area adolescenziale. Sempre più ho avvertito il bisogno di confrontarmi e formarmi in un ambito in cui, ancora oggi, nessuno può vantare un’adeguata visione risolutiva delle problematiche legate al mondo delle dipendenze. Più che un’idea la definirei un’esigenza, la stessa che mi ha portato a coinvolgere alcune realtà della Sardegna altamente specializzate in campo educativo e riabilitativo”.
Il riscontro è andato probabilmente al di là di ogni più rosea aspettativa. “Sono rimasto particolarmente colpito dalla grande partecipazione registrata in tutti i seminari, sia in termini numerici che di contenuti”, sottolinea Abis. “Devo poi aggiungere che da subito i relativi responsabili delle realtà coinvolte hanno accolto la mia proposta senza alcuna resistenza, aiutandomi a programmare e realizzare nel migliore dei modi i sei appuntamenti. Il mio merito, se così si può definire, è stato quello di individuare i colleghi che da tempo si interrogavano e cercavano di dare una risposta alle stesse domande”.
Che cosa è emerso di concreto in questi seminari? “Soprattutto una grande necessità di riprendere il confronto e il dialogo verso un fenomeno che da troppo tempo è rimasto ai margini delle discussioni e dei ragionamenti degli operatori di questo settore”.
Ad Andrea Abis è molto cara l’idea di creare una rete tra le numerose realtà isolane che operano, a vario titolo, nel settore socio-pedagogico. “Sono sicuro che si possa arrivare a questo obiettivo”, sostiene in maniera convinta. “Possiamo arrivarci anche percorrendo strade diverse, a patto che comuni siano gli intenti. Il mio concetto di rete diverge un po’ dal canone classico: la rete non serve per essere lanciata in modo da catturare, come un pescatore, il maggiore numero di pesci. Invece va condivisa prima di tutto la realizzazione della stessa, trama dopo trama, e soltanto dopo questo lavoro potremo definirla tale. In questa esperienza in giro per la Sardegna ho potuto intavolare un confronto non con le diverse realtà intese come istituzioni (servizi sociali, cooperative sociali, ATS, eccetera) bensì con le persone che le rappresentavano. Sono stati i colleghi a riportare all’interno delle reciproche realtà lavorative la nostra proposta di lavoro. Attivando in questo modo un prosieguo di interesse attivo verso la discussione e il confronto, per capire se il tutto possa essere realizzato”.
Da questo ciclo di seminari è emersa la volontà di non fermarsi. “Ci sono molti progetti in cantiere”, spiega Abis. “Nei prossimi mesi tornerò in Brasile per attivare, con gli operatori del posto, una serie di incontri che dovrebbero riportare l’esperienza italiana appena vissuta, anche in relazione alla presenza di Rita Maria Alves. Il primo obiettivo che mi preme raggiungere è quello di concretizzare una relazione internazionale in termini operativi, in modo da non ritenerla più solo una scelta di intenti individuali bensì di tutti gli attori coinvolti, siano essi italiani o brasiliani”.