Nella celebrazione della Notte, la liturgia di Natale ha scelto di presentarci la nascita di Gesù, il piccolo bambino di Betlemme, nel suo aspetto più storico, più umano e anche più umile. Quando Dio viene in questo mondo, non ha bisogno dello splendore degli eventi umani. A Dio basta la semplicità e l’umiltà del presepio di Betlemme. Ma, per la liturgia del giorno di Natale, la liturgia ci propone di meditare sull’altro aspetto di questa nascita. Perché dietro questo piccolo figlio dell’uomo, c’é la presenza misteriosa e affascinante del Figlio di Dio.
Il prologo del vangelo di Giovanni, che abbiamo letto adesso, sviluppa proprio questa dimensione segreta e nascosta della nascita di Gesù. Dietro la storia, con tutti i riferimenti concreti ai tempi e ai luoghi, c’è questa altra storia, che si sviluppa aldilà delle nostre capacità di conoscenza. E questa altra storia è la storia che si svolge fin dalla creazione del mondo tra la luce e le tenebre, tra il bene e il male. Questa immagine di Giovanni della lotta tra luce e tenebre è molto importante per noi. Difatti, come le tenebre sono assenza, rifiuto della luce, così, nello stesso modo, il male non esiste in sé, ma è assenza, rifiuto del bene che solo esiste. Difatti, l’assenza non esiste in sé, ma è solo mancanza di una presenza, della Vera e Unica Presenza che dà la vita.
A questo punto, si può capire meglio il discorso di Giovanni. Il rifiuto della luce, il rifiuto del bene, non è solo il rifiuto di Dio, ma è anche rifiuto di vivere, rifiuto di essere. Chi rifiuta la luce, cade nelle tenebre del nulla, come se non fosse mai stato. Per Giovanni, la venuta del Verbo di Dio nel mondo, nella nascita di Gesù, è il dono della vita, della vita che non avrà mai fine. Il piccolo bambino di Betlemme non è una immagine folcloristica trasmessa dalla tradizione. La nascita del Signore significa per noi il dono della vita, ma anche la possibilità di riceverla o di rifiutarla.
Perché questa scelta non è solo per quelli che sono vissuti all’epoca di Gesù, ma vale anche per noi, oggi ancora. Anche noi, possiamo scegliere di rifiutare la luce, di rigettare il bene, per sprofondare nelle tenebre e nell’ombra di morte. Anche noi possiamo scegliere di rifiutare di vivere. Questa è la scelta essenziale, l’unica scelta che conta veramente, per ognuno di noi. Certo, questa scelta ha delle conseguenze, spirituali e morali, ma questa scelta rimane fondamentalmente legata al nostro desiderio di vivere, cioè di ricevere e di trasmettere la vita.
Gesù è la luce del mondo, Gesù è la via, la verità e la vita. Tutti questi termini, li ritroviamo nel vangelo di Giovanni. E questo significa per noi che il nostro desiderio di vivere, di riuscire nella nostra vita, che il nostro desiderio di vivere pienamente e senza limiti non si può realizzare senza Gesù. Senza di Lui, la nostra vita perde pian piano il suo vigore e il suo slancio. Tutto diventa pesante e vuoto. Per questo, la festa del Natale è prima di tutto, per noi, la festa della vita, questa vita di Dio che ci è concessa gratuitamente, perché siamo felici. In questi giorni di festa, chiediamo ancora una volta al Signore questa grazia di accogliere la Sua vita, perché, come diceva San Ireneo, “la gloria di Dio è l’uomo vivente”!
Dom Guillaume
monaco trappista