di Luigi Alfonso
Tessere reti di relazioni in modo diretto, personale e attraverso i social media per allargare i confini dell’impegno dei cattolici e di tutte le persone di buona volontà nella vita sociale e politica sarda. È questo l’invito di monsignor Antonello Mura, presidente della Conferenza Episcopale Sarda, ai rappresentanti del “Patto per i Sardi”, che lo hanno incontrato nei giorni scorsi per illustrare nei dettagli il documento-appello rivolto di recente da oltre 200 cattolici sardi ai responsabili delle istituzioni e alle forze sociali e politiche, auspicando – in questa emergenza sanitaria, economica e sociale – una mobilitazione unitaria in nome del bene del popolo sardo.
Stanchi del lassismo e dell’incapacità della classe politica di trovare un progetto di sviluppo sociale ed economico per l’Isola, da alcuni mesi sono al lavoro per sensibilizzare chi governa la Regione e quanti possono influire sul futuro dell’Isola. In gran parte si tratta di persone che hanno rivestito o rivestono tutt’ora ruoli di rilievo in ambito politico e sociale, laici che appartengono a movimenti focolarini, Comunione e Liberazione, Cisl, Acli, Azione Cattolica, Pastorale sociale e del lavoro. Ci sono anche politici di vari schieramenti, a conferma di una trasversalità che bada al concreto. Un paio di mesi fa sono usciti allo scoperto, lanciando «un appello a tutte le forze politiche, le istituzioni e al mondo sociale, in particolare al mondo cattolico che è sin troppo silente». La mobilitazione nel frattempo si è allargata a tutta la regione. Sono stati individuati i temi da affrontare e altrettante proposte concrete «che consentano di avere nuove traiettorie dello sviluppo, con una particolare attenzione per le persone più emarginate».
Monsignor Mura ha incoraggiato a proseguire nelle iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento, ricercando – in piena autonomia e libertà – nell’Isola le risorse umane in grado di vivere, testimoniare e realizzare le finalità annunciate nell’appello-documento del 27 novembre 2020 ai rappresentanti istituzionali della Sardegna, alle forze politiche e sociali e per conoscenza agli arcivescovi e vescovi. Il presidente della Conferenza Episcopale Sarda ha invitato i firmatari dell’appello ad avviare, nei rispettivi territori, processi culturali di informazione e approfondimento sulle tematiche inerenti tutto ciò che riguarda il “bene della Sardegna”, a facilitare processi formativi alla politica da svolgersi d’intesa con gli Uffici della Pastorale sociale e del lavoro delle Diocesi sarde, anche alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, dell’“Economia di Francesco”, della cultura e della salvaguardia dell’ambiente sulle orme dell’insegnamento del Papa.
Tra i 200 firmatari c’è Cristiano Erriu, assessore regionale degli Enti locali nella precedente legislatura, da due anni tornato al lavoro alla Camera di commercio di Cagliari. «Monsignor Mura – sottolinea Erriu – ha gradito l’incontro con la nostra delegazione. Ci ha esortati a proseguire nella direzione di una presenza più forte dei cattolici all’interno dell’agone politico, andando anche a focalizzare i temi che risultano particolarmente scoperti: le scorie nucleari, la fabbricazione di bombe e ordigni bellici nel nostro territorio, la necessità di riscoprire la formazione politica (un’emergenza che riguarda tutte le Diocesi e le comunità educanti) sulla scorta delle numerose indicazioni dello stesso Papa Francesco, e poi l’emergenza educativa. Queste sono le principali priorità, oltre a quella di una rinascita dal punto di vista economico. Il gruppo ora va consolidato, pur nel principio della totale autonomia dei laici: non deve esserci una diretta emanazione delle gerarchie ecclesiastiche. Monsignor Mura ha auspicato un incontro nelle singole Diocesi con il coinvolgimento di tutte le forze sociali, dal mondo della cooperazione e del volontariato alle organizzazioni sindacali, e tutte le altre realtà radicate nei territori. L’economia è a terra, i ragazzi non ce la fanno più, la pandemia ha peggiorato una situazione già grave e la politica non riesce a dare le risposte che la gente attende. Il coinvolgimento pieno del laicato credo che sia indicato con forza anche dal Pontefice, e questo sarà probabilmente uno dei temi più importanti che la Chiesa universale dovrà affrontare nei prossimi mesi».