Sono trascorsi tredici anni da quell’indimenticabile 3 febbraio 2008 quando, sotto un autentico diluvio, in una Piazza dei Centomila (poi ribattezzata più propriamente piazza dei quattro Papi) trasformata in una distesa variopinta di ombrelli aperti, veniva beatificata suor Giuseppina Nicoli.
Questa la cronaca di Fabio Manca sulle pagine de L’Unione Sarda del giorno.
Noi Benedetto XVI, accogliendo il desiderio del Nostro Fratello Giuseppe Mani, Arcivescovo di Cagliari, di molti Fratelli nell’episcopato e di molti fedeli, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, con la Nostra Autorità Apostolica concediamo che la Venerabile serva di Dio, suor Giuseppina Nicoli, Figlia della Carità, che ha servito Cristo nei poveri e nei bambini abbandonati, d’ora in poi sia chiamata Beata e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal Diritto ogni anno il 3 febbraio. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Firmato Benedetto XVI.
Accompagnato dal suono celestiale delle arpe, nel silenzio di piazza dei Centomila, graziata dalla pioggia sino a poco prima violenta, il cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, legge la lettera apostolica del Papa che conclude, a circa 80 anni dall’inizio, il processo di beatificazione di suor Giuseppina Nicoli. Il cielo è plumbeo quando viene scoperta la sua immagine sorridente affissa al centro del grande palco di 700 metri quadri e proiettata nei maxi schermi. Accanto al ritratto, dopo l’applauso scrosciante degli ottomila fedeli bagnati e infreddoliti, una delegazione delle Figlie della Carità depone rose bianche e una reliquia della Beata (una vertebra) accompagnati dal Gloria in excélsis Deo cantata dai duecento coristi diretti da monsignor Gianfranco Deiosso.
Nonostante il maltempo, la prima cerimonia di beatificazione in Sardegna è struggente. Era iniziata poco dopo le dieci con la processione dei concelebranti scesi dalla scalinata (tre cardinali, 16 vescovi sardi, cinque continentali, 11 membri della Congregazione della missione guidati da padre Gregory Gay, superiore generale dei Vincenziani e delle Figlie della Carità), con la richiesta di beatificazione da parte di monsignor Giuseppe Mani e con il profilo biografico della Serva di Dio tracciato dal postulatore: 61 anni dedicati agli Ultimi. «La carità è stata la regola dei suoi pensieri, delle sue parole, delle sue azioni», sottolinea il cardinale Martins in un’omelia di 15 minuti. «Il suo modello di vita è importante per i giovani d’oggi così spesso ripiegati sull’effimero, senza valide prospettive, incapaci di impegnarsi in un ideale». Pochi giovani ascoltano le sue parole.
La processione offertoriale è un altro dei momenti toccanti. Il coro e le arpe accompagnano un gruppo di figuranti vestiti da piccioccus de crobi , i ragazzi di strada per i quali suor Nicoli fu una madre, due giovani che vestono il vecchio abito delle seminariste (si chiamano così, non novizie) delle Figlie della carità, i marianelli adulti che portano i pesci, una delegazione vogherese (ci visse quand’era bambina) che consegna un suo quadro, una neo laureata che regala la sua tesi su suor Nicoli, un ragazzo di sant’Elia con un agnello, una gigantesca torta a forma di chiesa vagamente gotica.
La lunghissima eucarestia (distribuite circa 4000 ostie) si conclude alle 11,55. In quel momento per pochi minuti spunta il sole e illumina i maxi schermi dove, cinque minuti dopo, appare Benedetto XVI in diretta da piazza san Pietro. A suor Nicoli il Papa dedica un breve saluto. Il rito si chiude poco dopo, suggellato da un Ubi caritas, una Lætamini unanimi di Bach. A messa finita, un’intensa Deus ti salvet Maria accompagna i concelebranti nella processione di ritorno, in salita verso la Basilica di Bonaria. Gli ottomila sfollano, ordinati, con i cappellini rossi, la borsa del pellegrino e in tasca un opuscolo. Nell’ultima pagina c’è il testo della preghiera per ottenere la canonizzazione della Beata, il prossimo obiettivo.
O Dio che riveli la tua bontà/mediante la santità di coloro/che sono stati fedeli alla tua Grazia/Ti prego/glorifica la tua Serva, beata Giuseppina Nicoli/con la canonizzazione ad opera della Chiesa/attraverso la grazia che ti chiedo/Rendi la mia mente e il mio cuore/disponibili a vivere il Vangelo di Gesù/con la stessa semplicità, umiltà e carità/con cui lo ha testimoniato suor Nicoli/affinché nel mondo si riveli/il tuo amore misericordioso.