Battesimo del Signore – 10 gennaio 2021.
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Letture: Is 55,1-11; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11.
Qualche giorno fa, nella seconda lettura delle vigilie, Massimo di Torino aveva una formula molto bella. Diceva che nel battesimo di Gesù, non è stato il suo corpo ad essere purificato dall’acqua, ma è l’acqua che è stata santificata dal corpo del Signore. E questa è la grande differenza che c’è tra il Battesimo del Signore e il nostro battesimo. Nel suo battesimo, il Signore santifica l’acqua che dopo sarà usata per purificare i credenti dai loro peccati attraverso i secoli. Perché l’acqua, da sola, come elemento naturale, non può fare niente, non può pulire il cuore e togliere i peccati senza la presenza del Signore, senza lo Spirito che dà la vita.
L'acqua, l'olio, il sale sono portatori di qualcosa di più grande.
Questo capovolgimento della realtà è molto significativo per noi, perché rimette al posto giusto ogni realtà naturale, ogni realtà sensibile. L’acqua, l’olio, il sale sono portatori di qualcosa di più grande. Sono elementi necessari del sacramento, però non sufficienti. Ci vuole anche questa parola del Padre, questa presenza dello Spirito, perché il segno concreto possa diventare operante. È la parola di Dio che purifica l’acqua, e non il contrario.
Il battesimo di Gesù assunto e confermato.
Lo capisce molto bene Giovanni il Battista. Perché è molto consapevole che colui che viene battezzato da lui è più grande di lui: non si sente “degno di slegare i lacci dei suoi sandali”. Quando Gesù viene battezzato, non è lui che viene purificato, ma è il battesimo dato da Giovanni che viene assunto e confermato. Sottomettendosi a questo battesimo, Gesù non solo ne riconosce il valore, ma soprattutto gli conferisce il suo vero significato, e invita così i discepoli a un altro battesimo, un battesimo nello Spirito.
Il battesimo mette insieme la realtà concreta dell'acqua e la realtà spirituale della grazia.
Però, operando così, il Signore ci protegge da un grande pericolo che ha sempre attraversato la storia dell’umanità. Il battesimo mette insieme la realtà concreta dell’acqua e la realtà spirituale della grazia. A noi che siamo sempre tentati di separare la carne dallo spirito, il mondo dalle realtà invisibili, Gesù ricorda che la vera fede suppone sempre questa logica dell’incarnazione che considera sempre insieme le realtà fisiche e le realtà spirituali. La fede in Cristo non esiste veramente se non è incarnata nella storia, nella ricerca intellettuale, nel concreto della vita.
Vivere la fede nel concreto dell'esistenza.
Vivere la fede suppone dunque sempre non solo di avere dei bei pensieri e di fare delle belle preghiere. Ma chiede sempre da parte nostra una incarnazione nel concreto dell’esistenza, cioè con il fratello o la sorella che ci stanno accanto. Il battesimo del Signore ci ricorda in un modo molto chiaro quanto la fede suppone sempre una parte molto terrena. È la grande differenza con tutte le altre spiritualità del mondo che disprezzano il mondo fisico per rifugiarsi nelle nuvole, ma anche con tutte le spiritualità laiche che oggi si limitano a questo mondo. Il cristianesimo, sin dall’inizio, è sempre stato una religione dell’incarnazione, un modo di considerare la realtà concreta come il luogo, il tempio della manifestazione dello Spirito nel mondo. Invece di staccare da questo mondo, la fede in Cristo ci invita a rispettare ogni realtà, senza però confondere mai l’acqua con la grazia che sta portando.
Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena (Pisa)
(www.valserena.it)