Domenica XXIX del Tempo Ordinario – Solennità di Cristo Re – anno A (15 novembre 2020)
Letture: Ez 34,11-17; 1Cor 15,20-28; Mt 25,31-46
Molto spesso, nel Nuovo Testamento, il Signore Gesù parla del Regno, di cui viene presentato come il Re. Sappiamo bene che questo Regno non è per niente di questo mondo. È assolutamente diverso. Però Gesù ne parla in modo tale che possiamo capire che esiste anche un rapporto particolare tra questo altrove e il mondo in cui viviamo. Questa relazione tra questi due mondi viene proprio presentata nel vangelo di oggi. Il Cristo Signore viene descritto come un Re che siede sul suo trono di gloria e che giudica i popoli radunati davanti a lui, separando le pecore dalle capre. Come Dio, all’inizio della creazione, ha creato il mondo, separando la luce dalle tenebre, il cielo dalla terra, così Cristo Re dell’Universo è, dunque, presentato come Colui che inizia una creazione nuova, ma che comincia già qui.
E ciò che ci interessa, allora, sono i criteri usati per operare questa nuova creazione che vengono descritti a lungo in questa parabola del Regno. Ciò che sorprende di più è il fatto che il Regno non è una realtà completamente estranea a questo nostro mondo, ma comincia già qui, in mezzo a noi. Il Regno descritto da Gesù prende forma già adesso e quaggiù. È attraverso il nostro modo di comportarci e di vivere che prepariamo, senza esserne consapevoli, il nostro futuro in questo Regno. Si potrebbe, dunque, dire che il Regno è già presente, anche in modo nascosto, quasi parallelo al nostro mondo. E il Signore si trova in tutte e due questi regni, presente e futuro.
Nel nostro universo spazio-temporale, il Signore si rende presente in ogni persona che ci viene incontro affamata, bisognosa, straniera, ammalata o prigioniera. Attraverso tutte le persone che vengono rifiutate, oppresse, disprezzate, c’è questa presenza misteriosa di Gesù e del Regno. Nelle loro mani, nel loro sguardo, nel loro volto, c’è questa presenza silenziosa e misteriosa del Re dell’Universo. Dietro il più piccolo di questo mondo si nasconde il più grande dell’altro mondo. Ogni povero, ogni straniero, ogni persona abbandonata e dimenticata ci parla di Lui, ci ricorda il suo volto, ci insegna a valutare in un altro modo la nostra realtà, come se fossimo nello stesso tempo ancora qui e già nella realtà futura.
Il Signore è proprio il punto di incontro tra questi due universi, queste due dimensioni della realtà che sembrano così lontane. Nella persona di Gesù Cristo, il cielo e la terra si toccano. Il mondo nuovo viene creato con una logica completamente diversa da quella del nostro mondo. La logica di questo nostro mondo invita a giudicare, disprezzare, biasimare, ignorare o maltrattare, a opprimere e a eliminare. La logica del nostro mondo è dominare ad ogni costo. La legge del Regno è completamente diversa, perché ci chiede di combattere e di vincere il male, certo, ma rinunciando al male e scegliendo il bene. Così anche l’ingiustizia subita e la morte sofferta diventano una vittoria e la persecuzione si trasforma in dono.
Il Regno di Dio comincia già oggi, già qui, in mezzo a noi, dentro di noi. Possiamo continuare a ignorarlo, a vivere secondo la logica di questo mondo, logica di potere, di possesso e di piacere, o possiamo cominciare umilmente questo viaggio interiore che conduce al Padre, riconoscendo in ogni volto Gesù che ci viene incontro!
Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena (Pisa)
(www.valserena.it)