Domenica 33 esima del Tempo Ordinario – anno C (17 novembre)
Letture: Ml 3, 19-20a; 2 Ts 3, 7-12; Lc 21, 5-19
Nel vangelo di questa domenica, il Signore ci dà due consigli molto importanti per affrontare il futuro incerto della nostra esistenza. Due consigli molto importanti in tempo di crisi. Il primo è di non lasciarci ingannare: “Badate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno nel mio nome dicendo: ‘Sono io’, e ‘il tempo è vicino’. Non andate dietro a loro!” Questo primo consiglio è molto chiaro e vale ancora oggi. Perché, nei tempi di difficoltà e di incertezza, c’è sempre la tentazione di cercare vie straordinarie, rivelazioni e profezie di ogni tipo. Il Signore lo sa: quando torna l’angoscia, tornano anche i nostri vecchi demoni.
Ma il secondo consiglio è ancora più sorprendente e inaspettato. Difatti, di fronte alle difficoltà, le catastrofi, le persecuzioni, il Signore insiste dicendo: “Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa”! E aggiunge : “Io vi darò parola e sapienza”. Per vincere la paura, per fare l’esperienza che il Signore ci salva, si deve, in un certo modo, rinunciare a costruire le proprie difese. Questo secondo consiglio è ancora più difficile del primo. Perché suppone una fede, una fiducia che molto spesso ci manca.
Per aiutarci a capire meglio questo brano del vangelo di Luca, la Chiesa ci propone oggi due altri testi delle Scritture. Il primo, dal profeta Malachìa, ci spiega perché non dobbiamo temere il giorno del Signore. Quelli che spariranno, in questo giorno del Signore, sono quelli che commettono l’ingiustizia e vivono nella superbia. Ciò che sparirà, è la parte più oscura, più cattiva della nostra personalità. La profezia di Malachìa non è una profezia di malore o di pena, ma di felicità e di gioia. Il mondo nuovo sarà un mondo dove sorgerà il sole di giustizia. E il brano dell’epistola di Paolo ai Tessalonicesi riprende proprio la stessa intuizione del vangelo di oggi. Per affrontare la situazione di crisi e di malessere, basta ritornare ai fondamenti di una vita sana e semplice, cioè “guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità”! E non imitare quelli che vivono nell’ozio e creano tensione e agitazione.
Così, la risposta della vita cristiana all’agitazione e alla tensione del mondo, la risposta cristiana all’angoscia e all’isteria collettiva, è sempre la stessa: semplicità, giustizia, lavoro nella tranquillità. Il Signore non è mai presente nel rumore e nelle chiacchiere. Il Signore aspetta che ognuno di noi cresca nella maturità, con serenità. Certo, questo non si fa in un giorno. I problemi, ci sono! E tutti siamo presi, ogni tanto, dall’angoscia per il futuro e dalla paura di non essere capaci di affrontare ciò che sta per accadere. Ma l’unico modo di prepararci, è di vivere secondo questo insegnamento del Signore e l’esempio dei Santi.
Sempre, ci saranno delle persone che cercheranno di approfittare delle debolezze e delle paure degli altri per attirare a se i più fragili. Avremmo sempre la tentazione di tagliare la zizzania e di purificare il mondo, prima che lo faccia il Signore. Però, il Signore Gesù ci ripete nei vangeli, e in tanti modi diversi, che è Lui, e Lui solo, l’unico maestro della vita. È Lui, e Lui solo, che possiede la vera sapienza, la vera scienza che salva! Allora, fidiamoci di Lui! Non abbiate paura!
Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena (Pisa)
(www.valserena.it)