Quando decidemmo – non senza un travagliato combattimento interiore – di pubblicare la foto del corpicino senza vita di Aylan, anche la nostra piccola testata fu sommersa di commenti frutto di una immediata polarizzazione fra favorevoli e contrari. La verità, per quanto crudele e spietata, è che la
morte non ha uguale peso specifico. Se è vero, com’è vero, che quella foto suscitò un autentico tsunami di commossa indignazione, di rabbioso sdegno, nel silenzio – colpevole e ipocrita – si consuma un’altra immane tragedia: la strage degli innocenti nello Yemen, paese dimenticato e dilaniato da una guerra dimenticata.
Secondo le stime dell’ONU, i raid della coalizione araba a guida saudita hanno provocato, solo nel 2016, 683 vittime minori di età; inoltre, in altre 38 occasioni, le bombe hanno centrato scuole e ospedali. In tutto parliamo di oltre 8.530 morti, il 60% dei quali civili, e 48mila feriti. Il conflitto ha inoltre lasciato oltre 20 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria, innescato una delle peggiori emergenze alimentare e provocato lo scoppio della peggior epidemia di colera al mondo.
Con quali bombe avvengano questi massacri è questione che coinvolge anche l’Italia e la Sardegna. Da Cagliari partono infatti le armi fabbricate negli stabilimenti di Domusnovas della RWM Spa, di proprietà della tedesca Rheinmetall.
Bombe sganciate su obiettivi civili, comprese scuole e ospedali pediatrici. E a morire o a restare menomati per sempre in questi attacchi sono i bambini. “Negli ultimi 15 mesi i bambini yemeniti sono stati vittime di una violenza indicibile. Tutte le parti in conflitto sono responsabili di una situazione terribile, di orrori inimmaginabili”, racconta Edward Santiago, direttore di Save the Children in Yemen. «Giungono notizie davvero tragiche dallo Yemen dove la guerra sta uccidendo una generazione di bambini innocenti”, incalza Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef in Italia: “Abbiamo notizie fondate che parlano di numeri agghiaccianti di questo conflitto. Nel solo 2017, 347 bambini e bambine sono stati mutilati, 377 bambini sono stati reclutati come soldati e vittime di violenze ma sappiamo che sono molti di più. Per non parlare sempre in questo anno dei bimbi uccisi che ad oggi risultano essere oltre 200”. Una “nuova Siria”, afferma Iacomini, “sta esplodendo davanti ai nostri occhi senza che nessuno muova un dito. Gridiamo a gran voce pace o sarà l’ennesima catastrofe umanitaria di cui non possiamo restare complici».