La Sardegna avrà presto una nuova Beata: per Edvige Carboni (1880, Pozzomaggiore 1952, Roma) Papa Francesco ha infatti autorizza la Congregazione per le Cause dei Santi, presieduta dal Cardinal Angelo Becciu, a emanare il decreto per la sua beatificazione.
È stato riconosciuto il miracolo, avvenuto nel 1954 (la guarigione improvvisa, totale e duratura del piede in cancrena di un operaio per il quale i medici avevano già deciso per l’amputazione), indispensabile per avviare la mistica di Pozzomaggiore verso la gloria degli altari.
Una vita, quella della futura Beata, segnata da una assoluta sudditanza alla volontà di Dio, la fuga dalla Sardegna per le calunnie dei suoi paesani, il rifugio romano dalla sorella insegnante, il suo servizio – silenzioso e feriale – alla sua famiglia.
Colpiscono nella sua vicenda terrena il suo misticismo (con fenomeni anche di bilocazione), ma soprattutto il suo singolare rapporto con l’Angelo custode e la particolare vicinanza e dialogo con le anime del Purgatorio. Da adulta, poi, ricevette le stimmate della Passione del suo Signore al quale, fin da piccola consacrò la sua esistenza.
Al processo di beatificazione la sorella Paolina così testimoniò: «Era ricreata dalla beatificante visione degli Angeli che le portavano la Santa comunione, le apparecchiavano persino l’altarino che serviva per comunicarla»
Essa stessa mi ha raccontato che durante una sua lieve indisposizione e mentre io stavo in chiesa, era venuto in casa nostra un fanciulletto, il quale aveva riassettato il mio letto e aveva messo in ordine in maniera meravigliosa.
«Più volte Paolina rimproverava Edvige di essersi affaticata inutilmente per le faccende domestiche – depose un’altra testimone (Vitalia Scodina) al processo – ed Edvige ad insistere nel dire che lei non aveva faticato per niente, che al suo posto c’era stato l’Angelo Custode».
Il professor Ernesto Madau, il massimo biografo della Carboni, a questo proposito rileva: «Sembrerebbe, da tante e concordanti testimonianze, che l’Angelo Custode della serva di Dio oltre che consigliarla nell’amare sempre di più il Signore, le desse un efficace aiuto in casa: non dimentichiamo, d’altronde, che Edvige trascorreva gran parte della sua giornata a casa, a pulire e ad assistere i suoi familiari. Era ancora il suo Angelo che prendeva il suo aspetto quando, in spirito, veniva trasportata fuori Pozzomaggiore o fuori Roma: erano, insomma, gli spiriti angelici che le facevano compagnia ovunque si trovasse».
Un altro particolare: «Quando Edvige si recava dalle amiche Azzera che vivevano a Calangianus ed insieme andavano a messa, al momento del canto del Sanctus ella vedeva due spiriti celesti porsi al fianco del sacerdote».