Gesù non segue, ma “precede”! Egli ha sempre un tempo di anticipo
PASQUA DI RESURREZIONE – Anno B (1 aprile 2018) Letture: 7 letture; Rom 6, 3-11; Mc 16, 1-7
Le sante donne cercano un morto, cercano un corpo da ungere con oli aromatici, ma non lo trovano. Non lo trovano proprio perché non cercano il Signore, ma cercano colui che hanno amato e conosciuto prima. Erano venute per rendere un ultimo omaggio a un morto. Ma il morto non c’è più. Cercano il crocifisso, come dice l’angelo, ma non c’è. La pietra che chiudeva la grotta è stata rimossa, il corpo morto non c’è più. Rimane solo il luogo dove è stato deposto. E c’è quest’angelo che annuncia che Gesù “è risorto” e “precede” i suoi in Galilea.
Gesù non segue, ma “precede”!
Egli ha sempre un tempo di anticipo. Per poter vedere Gesù risorto, i discepoli non devono soltanto aspettarlo, ma devono partire, andare in Galilea, riprendere la strada. Ma questa volta, senza vederlo! Nella risurrezione di Gesù, non c’è niente di straordinario, ma c’è solo un’assenza che indica una presenza diversa. Gesù non è dove si aspetterebbe che sia, ma è sempre davanti, ci precede sempre. E ci invita a seguirlo senza vederlo!
Spesso pensiamo che i primi discepoli sono stati più fortunati di noi, perché hanno potuto contemplare il Signore risorto, hanno potuto bere e mangiare con lui. Ma dimentichiamo che hanno dovuto prima lasciare tutto per seguirlo senza vederlo, senza poter verificare la realtà della sua risurrezione. Dimentichiamo che hanno dovuto, anche loro, credere prima di vedere e di toccare!
Come loro, anche noi dobbiamo imparare a seguire colui che ci precede sempre. Forse, ogni tanto, potremmo, anche noi, riconoscere la sua presenza quando si spezza il pane o quando si ascolta le Scritture. Forse, anche noi, potremmo, in alcune circostanze, toccare il suo corpo ferito nei più poveri e nei più sofferenti. Forse potremmo, anche noi, sperimentare la sua forza e la sua bontà attraverso l’aiuto degli altri. Ma lo troveremo soltanto se lo cerchiamo tra i vivi.
Così Gesù risorto non ci tiene prigionieri del passato, ma ci invita a andare oltre, a andare avanti, ci invita a scegliere la vita, che è il suo Regno, il suo dominio, il luogo del suo riposo. La Chiesa non è una comunità che torna al passato, ma che va verso il futuro, verso il Regno di Dio che sta per venire, che è vicino.
La Chiesa non è un museo di cose vecchie, ma è la comunità di quelli che scelgono la vita, perché hanno capito che Gesù ci precede sempre!
Le sante donne non sono rimaste chiuse nella loro pena. I discepoli, anche se l’hanno tradito e abbandonato, non sono rimasti prigionieri della loro colpevolezza. Tutti hanno scelto di andare oltre, di andare avanti, di lasciare il giogo del peccato per seguire Gesù in Galilea. E questo vale anche per noi, per ognuno di noi. Gesù ci precede sempre in Galilea, mi precede sempre nella mia Galilea! La risurrezione di Gesù è il segno che Dio ha scelto la vita per ognuno di noi, per me, una volta per sempre. E ci chiede solo di seguirlo, di scegliere la vita, anche noi!
Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena
(www.valserena.it)