La bellezza dei Santi è quella di non essere mai stati vinti dalla stanchezza o dal rancore.
Solennità Tutti i Santi Anno A (1 novembre 2017) Letture: Ap 7,2-4,9-14; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a
Tra terremoti e attentati, guerre e malattie, incidenti o diversi tipi di sciagure, sembra che la nostra vita sia una lotta continua contro il male, l’angoscia e la morte. Facciamo ogni giorno l’esperienza della fragilità e della povertà della nostra natura umana. Essere uomo, essere umano, significa affrontare queste realtà, queste tribolazioni di cui accennava la prima lettura tratta dall’Apocalisse. Ma ciò che sorprende di più, in questo brano, non è tanto il ritratto oscuro disegnato dall’Apostolo, quanto piuttosto il clima di serena speranza e di trionfo. Quelli che “vengono dalla grande tribolazione” l’hanno attraversata. Ne sono usciti vittoriosi e pieni di gioia.
La vita si è dimostrata più forte del male e della morte!
Potrebbe essere forse questa la definizione più giusta della santità: trasformare ciò che è triste e oscuro, ciò che fa male e fa soffrire in fonte di gioia e di speranza! Santi sono quelli che vivono le beatitudini in modo tale che la povertà, le lacrime, la fame e la sete di giustizia, la persecuzione non provocano l’amarezza o il rancore, ma permettono al contrario di esplorare vie nuove di vita e di pace. Questa beatitudine dei santi, la possono capire solo quelli che hanno accettato di attraversare la notte e la solitudine di questi poveri, di questi umili. Perché il più grande pericolo, per tutti noi, è soprattutto pensare che questo mondo potrebbe bastare. La vita in questo mondo è bella, è meravigliosa! Certo. Ma dobbiamo imparare dalle vicissitudini dell’esistenza non solo che questo mondo passa, ma soprattutto che niente ci basterà mai in questo mondo.
I santi, in un certo senso, con la loro vita, ci ricordano che il nostro desiderio è sempre più grande di tutto ciò che possiamo acquistare e accumulare. Fossimo pure i più ricchi, i più amati e onorati, i più geniali di questo mondo, ci mancherebbe sempre qualcosa. Perché il nostro cuore desidera sempre più. Non si accontenta mai di ciò che ha afferrato. Cerca sempre aldilà di ciò che sembrava essere impossibile da oltrepassare. Siamo fatti così! Dio ci ha creati così. Siamo troppo grandi. Ci mancherà sempre qualcosa fin quando non saremo con Dio.
La bellezza dei santi viene proprio dalla loro incapacità di accontentarsi, di essere sosdisfatti in ogni situazione. Sono stati uomini e donne pieni di creatività e di energia per combattere. Non sono mai stati vinti dalla stanchezza o dal rancore. Sapevano che vale la pena dare tutto perché si riceve già al centuplo in questo mondo. Ma sapevano che tutto questo centuplo vale poco di fronte all’amore del Dio vivente. Hanno fatto il bene perché amavano il vero Bene. Cercavano la Verità perché sapevano chi è veramente la via, la verità e la vita. La bellezza dei santi non era la loro, ma era il riflesso, lo specchio di un’altra Bellezza che contemplavano.
Per noi, l’amicizia dei santi nella nostra vita quotidiana, la loro bontà piena di benevolenza, la loro carità senza calcoli ci è assolutamente necessaria. Abbiamo bisogno della loro innocenza per non dimenticare che questa vita e questo mondo sono solo le primizie di un mondo più bello, di un amore più grande e più profondo. Ci aiutano a amare la bellezza della terra, con gli occhi e la misericordia di Dio.
Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena
(www.valserena.it)