Per portare frutto, la parola di Dio ha bisogno di profondità e di pazienza.
15a domenica Tempo Ordinario Anno A (16 luglio 2017) Letture: Is 55, 10-11; Rom 8, 18-23; Mt 13, 1-23
Se manca la profondità, se rimane alla superficie, subito cresce, ma subito muore il grano! Per portare frutto, il seme ha bisogno non solo di scendere nella profondità della terra, ma anche di riposare nella lunghezza del tempo! Per maturare, il grano ha bisogno di rimanere nascosto, lontano dalla luce e dal rumore del mondo.
Questo è l’insegnamento della natura che riprende il Signore Gesù, per spiegarci il lavoro della parola di Dio nel nostro cuore. La vita di fede, la vita cristiana, suppone dunque sempre queste due dimensioni: la profondità e il passare del tempo.
Per portare frutto, la parola di Dio ha bisogno di profondità e di pazienza.
Spesso, queste due dimensioni sembrano mancare nella nostra epoca. Sembra che tutto sia fatto per rimanere alla superficie delle cose, degli eventi, delle relazioni. E sembra anche che si perda pian piano la lungimiranza! Vogliamo tutto e subito!
L’estetica e la velocità sono i due valori che hanno preso il posto della profondità e del tempo.
Tutto ciò che chiede un sforzo, una certa pazienza, un progresso lento ma continuo ci fa paura. La lenta maturazione, il silenzio, la perseveranza sono diventati, per tutti noi, una sfida quasi inaccessibile. Le tecnologie e le scienze rimandano sempre più avanti i nostri limiti! Spesso, oggi, queste realtà, di cui ci parla il Signore Gesù, ci sembrano estranee e lontane. Ma lo sono veramente?
Per questo, l’esempio dell’Apostolo Paolo è per noi di grande aiuto. Paolo non era un modello né di pazienza né di profondità! Ancora molto giovane, pensava di sapere tutto al punto di perseguitare chi non pensava come lui, e la sua violenza era altrettanto cieca del suo orgoglio! Per imparare chi era Gesù, ha dovuto perdere la sua superbia e affrontare la solitudine e la sofferenza!
È forse Paolo l’esempio più bello, nelle Scritture, di questa pedagogia di Dio, che ci insegna il gusto della profondità e il valore del tempo che passa.
In un certo senso, la vita dell’Apostolo è una parabola per i nostri tempi. Abbiamo bisogno di imparare, anche noi, la legge divina della maturazione e della pazienza. E questo non è naturale, e non lo è mai stato.
Per vivere nella profondità e accogliere il valore del tempo, abbiamo bisogno, anche noi, di ritrovare questa capacità di leggere i segni della presenza di Dio nel mondo che ci circonda. Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza di ciò che nasce e cresce solo per chi ha la pazienza di aspettare.
E questo non vale solo per le cose di lassù o per la Parola di Dio, ma vale anche per le realtà di questa terra e le cose della nostra vita quotidiana.
Nella parabola del seme gettato in terra, il Signore ci insegna non solo la pazienza, per lasciare la Parola di Dio penetrare nel nostro cuore e crescere nel segreto, ma ci invita anche a accettare di entrare nel lungo cammino della vita interiore. Anche nel silenzio e nel buio, la Parola di Dio continua a crescere e a maturare dentro di noi. Dobbiamo accettare che questo processo non dipende da noi. Verrà il tempo in cui ciò che sembrava oscuro e incomprensibile diventerà luminoso e fecondo. Verrà il tempo in cui il senso di ciò che sembrava oscuro e senza significato, nella nostra vita, diventerà manifesto.
Senza profondità e senza pazienza non c’è vita! Né vita interiore, ma neanche in questo mondo!
Dom Guillaume trappista, cappellano Monastero Cistercense Valserena
(www.valserena.it)