«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non la pace, ma la spada». Così Matteo, nel suo vangelo, al capitolo 10,34
Un versetto che potrebbe essere oggi il motto apostolico di Papa Francesco, giunto al quarto anno di un travagliato quanto esaltante, sofferto quanto profetico pontificato.
Finita la luna di miele dei primi mesi, affievolita la vampata mediatica dei suoi segni e delle sue aperture, pare cominciata e ben avviata – soprattutto dentro la Chiesa, soprattutto fra il clero – la stagione del riflusso.
Forse anche per una smodata pubblicistica «oggi i libri su Papa Francesco non vanno più tanto», affermano editori e librai, che di tanta fortuna hanno goduto dall’elezione del papa scelto e venuto dalla fine del mondo.
A tanta bulimia, oggi pare seguire una diffusa anoressia per tutto quanto odora e ha sapore di Bergoglio.
Dagli ultraconservatori ai tradizionalisti, laici e alti prelati, l’attacco a Papa Francesco è globale.
A risultare particolarmente indigeste, per stare alla più stretta attualità, le aperture sulla comunione ai divorziati, il dialogo con alcuni governi (cinese in particolare), la politica di accoglienza ai migranti (che porterebbe alla «destabilizzazione dell’Europa e alla fine della civiltà occidentale», è stato scritto), la commissione di studio sul diaconato alle donne e, buon ultimo, la possibilità di ammettere al sacerdozio uomini sposati.
La nostra piccola chiesa locale di Sardegna non è immune da questa sotterranea valanga di dissenso.
Ci sono parrocchie nelle quali, durante la celebrazione eucaristica, i sacerdoti al canone non nominano più Francesco, qualcuno addirittura ricorda (sic!) «il nostro papa Benedetto».
Ma è nella Rete, nei social, nelle chat che esplode il livoroso dissenso contro l’attuale Pontefice: nascondendosi dietro il paravento del computer si dà la stura alle invettive più feroci, arrivando all’insulto e alla gratuita blasfemia.
«Volete andarvene anche voi?»
Risuona ancora oggi quella provocante, inquietante, spiazzante domanda che arriva dopo un «discorso duro da comprendere e accettare».
A chi parla di «Chiesa in stato confusionale» Papa Francesco continua a contrapporre una e una sola parola: quella del Vangelo, «vero volto misericordioso» del Padre che «tutti accoglie perché tutti figli».
Paolo Matta