Con un rito solenne, inserito nel Giubileo dei volontari, ad appena vent’anni dalla morte (5 settembre 1996) Madre Teresa di Calcutta è stata proclamata santa .
In Piazza San Pietro, a concelebrare con Papa Francesco 70 cardinali, 400 vescovi e 2.200 sacerdoti davanti ad un’assemblea stimata in trecentomila persone.
Arrivate a Roma delegazioni da tutto il mondo, su tutti il Primo Ministro indiano, ma soprattutto rappresentanti di tutte le religioni a riconoscere una santità che non è solo della Chiesa cattolica.
Oltre 5.000 le Missionarie della Carità sparse in ogni continente in oltre 750 case nella quali – per volere della fondatrice – sono vietate tutte le comodità, a cominciare dagli specchi «perché dobbiamo sempre guardare gli altri e non noi stessi», ripeteva Madre Teresa alle sue religiose.
Nella sua omelia, Papa Francesco ha voluto ribadire quelle che sono le fondamenta della santità di Madre Teresa.
«La vita dell’uomo è un mistero, ma la chiave non è in nostro possesso: dobbiamo percepire poi accogliere la volontà di Dio. Qual è questa volontà: misericordia io voglio non olocausti, perché a Lui è gradita ogni opera di misericordia verso il fratello, nel quale possiamo vedere il volto di Dio e toccare la carne di Dio».
«Non esiste alternativa alla carità, che non è l’umana solidarietà, sterile e senza radici. L’impegno è quello di riscoprire la vocazione alla carità con la quale ogni discepolo mette a suo servizio la propria vita per crescere ogni giorno nell’amore».
«Madre Teresa è stata, in tutta la sua vita, generosa dispensatrice della Misericordia divina attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonaa e sfrattata. Ma Madre Teresa ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra perché – con un linguaggio politicamente scorretto – riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini della povertà creata da loro stessi».
Papa Francesco ha poi consegnato Madre Teresa come modello da imitare a tutti i volontari del mondo, anche se, ha detto «avremo difficoltà a chiamarla santa Teresa ma, spontaneamente, continueremo a chiamarla semplicemente Madre Teresa».
«Suo unico criterio di azione è stato l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e vincolo, riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione. Forse non parlo la loro lingua – ripeteva la nuova Santa – ma posso sorridere».
Fra le testimonianze della santità della religiosa di origine albanese, quella di Pier Paolo Pasolini: «Quella donna», disse il regista «quando guarda, non guarda soltanto, ma vede!».
O ancora, come riportato da Saverio Gaeta, uno dei biografi di Madre Teresa, «Lei vedeva, sentiva, parlava con Gesù e la Madonna anche se, per lei come per tanti altri santi, arriverà poi il buio, la notte della fede. Il mio sorriso – amava ripetere – è solo il mantello che copre il dolore per l’assenza di Dio».
Paolo Matta