Con una cerimonia solenne, alla presenza dell’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio, è stato posata la prima pietra del nuovo monastero dei Carmelitani scalzi.
I lavori di costruzione del nuovo complesso dureranno due anni: a quel punto la comunità religiosa lascerà Sant’Isidoro a Quartucciu per avvicinarsi sensibilmente al Carmelo femminile di Terra Mala, andando a stabilirsi sulle colline quartesi di Santu Martinu nel nuovo convento dedicato a Santa Teresa di Gesù, proprio nel quinto centenario della sua nascita.
«Santa Teresa ha voluto così», ha detto il priore della comunità, padre Gabriele Biccai «e la posa della prima pietra, attesa da 15 anni, è per tutto l’ordine carmelitano un momento di grande gioia e il coronamento di un profondo desiderio di servizio per tutta la chiesa diocesana di Cagliari, per singoli o gruppi che vorranno fare esperienza con noi, condividendo la nostra regola istituita da una delle sante più conosciute al mondo».
Si è trattato di un iter complesso e travagliato, iniziato undici anni fa, esattamente nel 2004, quando l’amministrazione di Quartu aveva concesso ai Carmelitani un’area di quasi 9.000 metri quadri a Is Meris, con diritto di superficie per 99 anni.
Proposta non accettata dal Generale dell’Ordine più propenso a edificare convento e chiesa in un terreno di loro proprietà. Nacque così l’idea e il progetto di Santu Martinu che richiedeva però una variante al Piano regolatore e un cambio di destinazione d’uso da area agricola a zona di servizi. Con un passaggio obbligato alla Regione per un adeguamento del Piano Comunale al Piano Paesaggistico Regionale.
Dopo la posa della prima pietra partiranno i lavori di cantiere che prevedono, oltre il convento, anche la costruzione di un centro di spiritualità e di una chiesa.